Milano - Una ragazzina di 13 anni può apparire più adulta di quanto sia in realtà. Ed è fuori di dubbio che a quell’età si possa essere sensuali, maliziose e in grado di mettere in mostra quelle arti della seduzione, antiche quanto la storia della donna. A 13 anni queste arti possono essere già usate, ma generalmente hanno successo con i coetanei, non con un adulto, perché sono ancora elementari, semmai sfacciatamente semplici. Un uomo di 34 anni, invece, è in grado di irretire una ragazzina, soltanto conoscendo le sue vanità e le sue insicurezze. Tuttavia, senza se e senza ma il buonsenso suggerirebbe di indirizzare la propria vita sentimentale verso donne e non bambine, anche se sviluppate.
Poi succede che, come si dice, al cuor non si comanda, e allora tutto si confonde perché gli strali di Eros colpiscono a caso, e può capitare che un uomo di 34 anni si innamori di una ragazzina di 13. Certo, può capitare: se ne vedono di tutti i colori, e questa storia rientra nei casi abnormi di vite sentimentali irresponsabili.
È una situazione anormale che una donna di 70 anni (si chiami pure Edith Piaf) si innamori di un giovane di 20. Il contrario è già più frequente nella casistica di storie amorose, tuttavia con un pizzico di sincerità bisogna ammettere che anche in queste circostanze c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe. Comunque, contenti loro... Ma a 13 anni no, è un’altra cosa.
I giudici che hanno graziato il macellaio, considerando il suo rapporto con la ragazzina vero amore, non dico che si debbano istruire con dei trattati di psicologia, ma almeno leggano i romanzi di Moccia. Si accorgerebbero che a quell’età, e anche un po’ più avanti negli anni, l’amore è una proiezione fantastica, fatta di sesso e di sogni, di parole e di silenzi, di attese e di ricatti. Amori che nascono all’improvviso oppure a lungo covati nel segreto delle proprie emozioni e poi vissuti con il sentimento dell’eternità, anche se svaniscono per una sciocchezza o senza sapere il perché. La bellezza dell’amore adolescenziale è la sua irresponsabilità, è l’idea che si ha dell’amore, del sesso, della vita insieme più che la loro effettiva realtà. Grandi storie dominate dal sogno non dall’esperienza. E se c’è (come sarebbe d’obbligo che ci fosse) una famiglia responsabile e attenta alla vita sentimentale dei propri figli, questa dovrebbe essere in grado, con tanta discrezione e molto buon gusto, di far ritrovare quel giusto equilibrio tra il sogno e la realtà quando al ragazzo o alla ragazza delusi sembra che il mondo frani loro addosso.
A 30 anni l’amore è un’altra cosa: deve essere un’altra cosa. E ammettiamo pure che un uomo di quell’età sia davvero attratto da una ragazzina, perché è seducente, maliziosa, affascinante, provocante... e che questa tredicenne sia davvero catturata dall’amore per lui... Lui deve assolutamente lasciar perdere, perché la situazione porta immancabilmente a un disastro. Non tanto o soltanto di tipo giudiziario, che comunque è inevitabile. Il problema è la responsabilità.
Torniamo a supporre che lui ami veramente quella ragazzina. Il modo più responsabile di volerle bene è di lasciarla in pace, di non circuirla, di non prometterle niente. Piuttosto l’aiuti a crescere.
Evidentemente il macellaio non dispone di quel minimo di responsabilità che dovrebbe consentirgli di mettere nelle giuste proporzioni il loro rapporto. Si dice: lei era consenziente.
Ma da quale consapevolezza, esperienza può nascere un simile consenso? Non sarà stato piuttosto il macellaio che nella sua irresponsabilità riusciva ad orientare e sottomettere la volontà della ragazzina? Quale amore, allora, tra i due? Sesso, soltanto sesso tra un uomo di 34 anni e una ragazzina di 13. E la sentenza del tribunale che nell’amore trova le attenuanti al caso, è ipocrita e dà una pessima e irresponsabile idea di ciò che è amore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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