Carlo Garrè
Circa cinque anni fa si era iniziato a parlare della nuova scena di New York e di diverse band provenienti da quella città: era il periodo che seguiva l'esplosione (un fenomeno a dire il vero più inglese - pilotato dal solito settimanale Nme - che americano) fondamentalmente di due band, The Strokes e Interpol, diventate due tra le più importanti formazioni del rock alternativo attuale.
Sulla scia di questa moda delle band di New York si è creata una scena nuova, andata via via allargandosi a macchia d'olio e che ha portato ad emergere band spesso molto simili tra loro che, oltre ad avere in comune il suono, hanno avuto anche il fatto di crescere troppo in fretta e di essere sopravvalutate.
Gli esempi non mancano; dai Black Rebel Motorcycle Club ai Radio 4, Yeah Yeah Yeahs e i The Rapture che domani sera saranno in concerto al Rolling Stone.
Proprio dai The Rapture arriva la conferma che spesso queste band sono sopravvalutate: infatti se il debut album (Echos) della band era un fresco miscuglio di sonorità anni '80, funk, impressioni dance ricercate (come il singolo House Of Jelous Lovers, forse il migliore esempio di dance-rock degli ultimi dieci anni), ora con il nuovo lavoro Pieces Of People We Love non convincono.
Un vero peccato, perché le potenzialità della band sono più che evidenti.
The Rapture, Rolling Stone, corso XXII Marzo 32, domani ore 21, info 02-733172, ingresso 20.70 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.