RASCEL, UN IRREQUIETO PADRE BROWN

Renato Rascel era apparso in Tv numerose volte in varietà come Rascel la nuit e Stasera a Rascel City, ma anche in qualche isolata incursione nel teatro di prosa. Tuttavia, non aveva mai avuto l’occasione di mostrare il suo vero talento di attore e non di comico come, invece, aveva potuto fare al cinema ne Il cappotto di Lattuada e in Policarpo, ufficiale di scrittura di Soldati. Fu Vittorio Cottafavi, il regista più colto della nostra Tv, a pensare a lui come protagonista dei Racconti di Padre Brown, tratti dai fortunati libri polizieschi dello scrittore inglese Chesterton. Cottafavi, che era uomo dotato di sottile umorismo e di eleganza inglese, voleva portare da molto tempo in Tv il prete-detective creato da Chesterton. Era un personaggio, infatti, non solo diverso ma antitetico agli investigatori televisivi di maggior successo, Maigret e Nero Wolfe, con la sua fine intelligenza, il suo senso dell’umorismo e la sua purezza di uomo di fede. Chesterton gli aveva messo accanto un personaggio disegnato con altrettanta finezza psicologica, l’ex ladro Flambeau, dai modi di gentiluomo e dalla scaltrezza di chi conosce i vizi e i peccati degli esseri umani. L’intenzione di Cottafavi era di proporre al pubblico un giallo giocato non tanto sulla suspense quanto sull’ambiente e sulla simpatia del duo Padre Brown-Flambeau. Rascel, a prima vista, sembrava troppo italiano per un personaggio inglese ma, dopo qualche iniziale perplessità e l’opera di convincimento del regista, accettò con entusiasmo la sfida. Per Flambeau il regista scelse un attore che aveva l’eleganza e la sottigliezza del personaggio, Carlo Giuffrè, reduce dalle eccellenti interpretazioni di Pirandello nella Compagnia dei Giovani, accanto a Rossella Falk e Romolo Valli. Un cast che, tuttavia, si trovò improvvisamente privo di Giuffrè, ammalatosi prima dell'inizio delle riprese. Alcuni sostenevano che era una malattia diplomatica e che l’attore aveva preferito fare un Carosello assai più retribuito. Quale che fosse la verità, certo è che Cottafavi si trovò in difficoltà ma risolse presto la situazione scritturando Arnoldo Foà, attore esperto e dalla splendida voce ma meno giusto fisicamente. Le sei puntate, in onda dal 29 dicembre 1970, girate in studio e con gli esterni dal vero in Inghilterra, non ebbero, d’altra parte, una lavorazione tranquilla. Rascel aveva un carattere spigoloso e le sue battute extra copione erano spesso graffianti, ma Foà non era per nulla disposto a lasciar correre.

L’unico che riusciva a stemperare le situazioni era Cottafavi, con l’arma dell’umorismo e della diplomazia insieme. Alla fine I racconti di Padre Brown ebbero un grande successo, con una media di 19 milioni di telespettatori, quasi uguale a quella di Nero Wolfe.

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