La riduzione dei tassi sembra di giorno in giorno più corposa, grazie alla rete di protezione creata dai governi a favore delle banche per scongiurare la temuta eventualità di altri fallimenti, come quelli a cui abbiamo assistito. Una boccata d'ossigeno che ha portato alla riduzione da tempo attesa: e chi ha un mutuo a tasso variabile inizia a sperare.
È vero che il trend di discesa, dopo settimane di tassi in continua ascesa bruciando ogni record, di per sé è incoraggiante perché indica un cauto ritorno alla fiducia tra le banche, che accettano di scambiarsi denaro a tassi inferiori. Tuttavia, è ancora presto per fare previsioni. L'economia sconta ancora le tensioni delle ultime settimane, in cui il mercato dove le banche si scambiano fondi a breve termine è stato l'epicentro della crisi dei mutui e il suo «intasamento» è stato il responsabile del crollo di diversi istituti. Così al momento si verifica ancora la situazione anomala in cui la disponibilità di denaro a lungo termine costa meno di quella a breve termine.
Per vedere dei cambiamenti significativi sulla rata mensile del mutuo a tasso variabile occorrerà quindi aspettare che l'Euribor scenda ancora, e torni ben sotto la soglia del
5% che il governatore della banca d'Italia Mario Draghi ha indicato come primo obiettivo da abbattere al ribasso. E nessun esperto oggi si spinge a indicare una data precisa per l'uscita dalla crisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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