Roma - Pio XII è intervenuto «ovunque fosse possibile» in favore degli ebrei e spesso lo ha fatto «in modo segreto e silenzioso» per «evitare il peggio» e salvarne «il più gran numero possibile». Lo ha detto ieri mattina Papa Ratzinger, ricevendo a Castelgandolfo i partecipanti al simposio dedicato alla figura di Pio XII, promosso da «Pave the Way», la fondazione presieduta dall’ebreo americano Gary Krupp, che nei giorni scorsi ha presentato numerose testimonianze inedite e documenti che attestano la grande opera di carità in favore dei perseguitati messa in atto da Pacelli. È la prima volta che l’attuale Pontefice interviene sulla controversia dei «silenzi» e lo fa con parole molto chiare, spiegando i motivi dell’atteggiamento del suo predecessore, scomparso mezzo secolo fa.
Benedetto XVI ha apprezzato il convegno di «Pave the Way», affermando che nel corso dei lavori si sono analizzati «senza preconcetti gli eventi della storia», con l’unica preoccupazione «di ricercare la verità», mettendo in luce ciò che Pio XII ha fatto «a favore degli ebrei che in quegli anni venivano colpiti ovunque in Europa, in ossequio al disegno criminoso di chi voleva eliminarli dalla faccia della terra». Ha ricordato che «tanto si è scritto e detto» su Pio XII, e che «non sempre sono stati posti nella giusta luce i veri aspetti della sua multiforme azione pastorale». «Quando ci si accosta senza pregiudizi ideologici alla nobile figura di questo Papa – ha aggiunto Ratzinger – oltre ad essere colpiti dal suo alto profilo umano e spirituale, si rimane conquistati dall’esemplarità della sua vita e dalla straordinaria ricchezza del suo insegnamento. Si apprezza la saggezza umana e la tensione pastorale che lo hanno guidato nel suo lungo ministero e in modo particolare nell’organizzazione degli aiuti al popolo ebraico».
«Grazie a un vasto materiale documentario da voi raccolto – ha detto ancora il Papa – arricchito da molteplici e autorevoli testimonianze, il vostro simposio offre alla pubblica opinione la possibilità di conoscere meglio e più compiutamente ciò che Pio XII ha promosso e compiuto a favore degli ebrei perseguitati dai regimi nazista e fascista». Pacelli «non risparmiò sforzi, ovunque fosse possibile, per intervenire direttamente oppure attraverso istruzioni impartite a singoli o ad istituzioni della Chiesa cattolica in loro favore. Nei lavori del vostro convegno – ha aggiunto Benedetto XVI – sono stati anche evidenziati i non pochi interventi da lui compiuti in modo segreto e silenzioso proprio perché, tenendo conto delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, solo in tale maniera era possibile evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei». Parole che richiamano la difesa pronunciata da Paolo VI, strettissimo collaboratore di Papa Pacelli negli anni della guerra, all’indomani delle prime accuse lanciate contro Pio XII.
«Questa sua coraggiosa e paterna dedizione – ha detto ancora Ratzinger – è stata del resto riconosciuta ed apprezzata durante e dopo il tremendo conflitto mondiale da comunità e personalità ebraiche che non mancarono di manifestare la loro gratitudine per quanto il Papa aveva fatto per loro». Benedetto XVI a questo proposito ha citato l’incontro che Pio XII ebbe, il 29 novembre del 1945, con 80 delegati dei campi di concentramento tedeschi, i quali in Vaticano «vollero ringraziarlo personalmente» per la generosità dimostrata verso di loro. Papa Ratzinger ha infine auspicato che l’anno del cinquantesimo anniversario della morte di Pio XII «offra l’opportunità di promuovere studi più approfonditi sui vari aspetti della sua persona e della sua attività, per giungere insieme a conoscere la verità storica, superando così ogni restante pregiudizio».
Il convegno «Pave the Way» di Roma è la prima di una serie di iniziative per commemorare Pacelli. Oltre alla messa celebrata da Benedetto XVI il 9 ottobre in San Pietro, sarà allestita dal Pontificio comitato di Scienze storiche una mostra in Vaticano, mentre un convegno sul magistero del Pastor Angelicus sarà organizzato dalla Pontificia università Lateranense. Fra le testimonianze più significative raccolte e presentate durante il simposio di «Pave the Way» c’è quella di monsignor Giovanni Ferrofino, oggi novantaseienne, già segretario del nunzio apostolico Maurilio Silvani ad Haiti.
Ferrofino ha raccontato dei due messaggi criptati che annualmente riceveva da Pio XII tra il 1939 e il 1945: in essi il Papa chiedeva al presidente della Repubblica Dominicana di concedere, ogni volta, 800 visti per gli ebrei che scappavano dall’Europa attraverso il Portogallo. «Questo significa – ha spiegato Gary Krupp – che migliaia di ebrei furono salvati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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