Ratzinger: «Roma sia più sicura e meno faticosa»

Il Papa, aprendo ieri sera il convegno diocesano sull’emergenza educativa a Roma, ha chiesto che la capitale divenga una città «più sicura e vivibile» per tutti, senza escludere gli immigrati onesti; soprattutto, ha aggiunto, una città «meno faticosa» e più organizzata per aiutare le famiglie, l’accoglienza della vita, e gli anziani. Benedetto XVI ha sottolineato che Roma comincia a essere consapevole dei suoi «mali» e questa consapevolezza può aprire una nuova stagione, creare «uno sforzo comune» per ridare un volto «bello e fraterno» alla città. In una basilica di San Giovanni gremita di folla, Benedetto XVI ha affidato ai giovani il compito di ridare una «speranza cristiana» alla capitale. Compito non facile, perché, come ha ricordato il Pontefice, «è diffusa la sensazione che per l’Italia e l’Europa gli anni migliori siano alle spalle e che il futuro sia solo di incertezza e precarietà per le giovani generazioni». Il Papa è tornato a toccare uno dei suoi tasti preferiti, ovvero l’errore di chi crede che la scienza possa risolvere tutti i problemi. «Sarebbe insensato negare o minimizzare l’immenso contributo delle scienze al progresso umano - ha spiegato - ma altrettanto miope sarebbe non vedere le possibilità del male immenso che può creare la scienza». In ogni caso, ha continuato, solo la fede e la speranza cristiane possono dare un significato «non effimero» alle «nostre esistenze quotidiane». In questa ottica, ha esortato la Chiesa di Roma a dare il suo contributo per rendere «più bello e fraterno» il volto di Roma e «rinvigorire la speranza e la gioia di una identità comune». «Proprio la consapevolezza acuta che Roma porta con sé dei suoi mali sta risvegliando - ha spiegato - la voglia di uno sforzo comune». «Occorre rendere meno faticosa la vita di chi vive in questa città», ha detto. «Occorrono - ha sottolineato - una cultura e un’organizzazione sociale più favorevoli alla famiglia e all’accoglienza della vita come anche alla valorizzazione degli anziani tanto numerosi in città». Come Chiesa, ha annunciato il Papa, «condivideremo l’impegno per rendere la nostra città più sicura e vivibile, per tutti e specie per i più poveri, ma anche perché non sia escluso l’immigrato che viene tra noi per trovare uno spazio di vita nel rispetto delle nostre leggi». Il Papa era stato accolto in Basilica dal cardinale Camillo Ruini che aveva ricordato ai numerosi fedeli presenti come l’impegno nell’emergenza educativa cittadina sia anche quello di demistificare le tante «false speranze che ostacolano la crescita di personalità robuste e fedi cristalline».
«Le parole del Pontefice sull’immigrazione - ha commentato il sindaco Gianni Alemanno - ci esortano a proseguire sulla strada della solidarietà coniugata con la legalità: Roma è pronta ad accogliere chiunque venga da altri Paesi con l’intenzione di vivere e lavorare nel rispetto delle regole. Gli immigrati sono una grande risorsa per la nostra città e il loro corretto inserimento nel tessuto sociale non può che rappresentare un beneficio per l’intera popolazione.

Per questo - ha aggiunto Alemanno - non posso che condividere pienamente le dichiarazioni di Papa Benedetto XVI sulla città di Roma, pronunciate illustrando le linee guida del prossimo anno pastorale per la diocesi capitolina».

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