Professor Cavalli Sforza, la rivista «Lancet», scrive che i nostri figli vivranno fino a cent'anni. È verosimile?
«Non sono un oracolo ma la tendenza è quella di una vita sempre più lunga».
LItalia diventa sempre più un paese multietnico. Come se limmagina tra 50 o 100 anni?
«Molto più interessante dell'attuale».
Lei è stato il primo scienziato a domandarsi se i geni delluomo moderno contengono una traccia della storia dellumanità. Dopo quanti anni si è dato una risposta?
«Ho cominciato a studiare il fenomeno nel 1954 e sto ancora lavorandoci».
Nei suoi studi ha concluso che gli uomini appartengono ad una sola razza, quella dellHomo sapiens sapiens e la patria primordiale è lAfrica o il Medio Oriente. È così?
«Preferiamo parlare di specie, non di razza umana. La specie è l'insieme di individui che possono produrre figli fertili. Le razze sono sottogruppi di una specie distinguibili in base a caratteristiche sufficientemente evidenti».
E il diverso colore della pelle non indica differenze dal punto di vista genetico?
«Il colore delle pelle è una frazione piccolissima, poco più delluno per mille, di tutte e differenze genetiche esistenti nell'uomo. È un adattamento al clima (la quantità di radiazione solare), con complicazioni che derivano dal contenuto dei cibi locali in vitamina».
Allora cosa distingue i diversi gruppi etnici?
«Differenze genetiche, cioè ereditabili, molto modeste e graduali».
La divisione dellumanità in razze è fondata dal punto di vista scientifico?
«No. In genere le razze vere devono avere differenze genetiche importanti. Quelle del colore della pelle sono insignificanti».
Dunque, il razzismo non ha motivo di esistere da un punto di vista scientifico, perché geneticamente siamo tutti uguali?
«Esatto. Il razzismo è una malattia sociale, dalla quale bisognerebbe imparare a guarire».
Perché allora, ancora oggi esistono odi razziali?
«Risponderò con una domanda: perché esistono omicidi, furti, e così via?».
Cosa differenzia un popolo dallaltro se escludiamo le differenze genetiche?
«La cultura. Quello che noi apprendiamo durante la nostra vita, è molto importante specie nell'uomo, perché abbiamo un linguaggio enormemente più sofisticato e utile di quello posseduto da qualunque altro animale».
I geni si trasmettono automaticamente, la cultura va assimilata. Chi vince tra le due?
«Secondo quel che guardiamo. Però nell'evoluzione umana recente l'evoluzione culturale è diventata sempre più importante di quella genetica».
Lei sta scrivendo 12 volumi sulla Cultura italiana.
«Sentono molto gli effetti delle radici culturali, cioè delle tradizioni e costumi. Ma questo è vero per tutti i popoli».
Il libro «Chi siamo» è stato scritto con suo figlio Francesco. Vuol dire che i geni non tradiscono mai?
«Penso che il collegamento sia genetico e culturale... ».
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