Rcs: Colao «commissariato» dai grandi soci

Sull’1% messo in vendita da Gemina la priorità va a Intesa, Della Valle e Pirelli

Marcello Zacché

da Milano

È durata due anni la pace alla Rcs: due anni fa è arrivato da Vodafone, con pieni poteri, l’amministratore delegato Vittorio Colao, per dare una svolta al gruppo editoriale del Corriere della Sera, chiudendo così la lunga «era» Romiti. Ieri Colao è stato, di fatto, «commissariato». I 15 grandi soci, riuniti nel patto di sindacato che controlla il 63,5% di Rcs hanno deciso di affidare a Piergaetano Marchetti, il presidente del gruppo, il mandato di rivedere la governance e le linee di sviluppo strategico.
L’interessato, che ha atteso nella sua sede di via Rizzoli il verdetto del patto, riunito a Italmobiliare, quartier generale del presidente del sindacato di blocco, Giampiero Pesenti, non ha rilasciato dichiarazioni. Ma sembra che sia vicina, questione di giorni, una decisione sul suo futuro: se accettare il ridimensionamento operativo o se farsi da parte. Magari anche a fronte di una proposta alternativa che potrebbe maturare in questi giorni. Si era parlato di possibile incarico in una società pubblica in odore di spoil system (le Poste?). Di certo da ieri Colao può sentirsi più libero di guardarsi intorno.
A meno che non accetti di buon grado di essere affiancato da Marchetti per rivedere il proprio progetto di espansione. Sul tavolo esiste un piano triennale con orizzonte 2007, scritto da Colao e approvato dai soci. Ma da ieri, evidentemente, ai soci non basta più: il comunicato del patto parla di nuove linee strategiche e di governance «più idonee a secondare una fase di rafforzamento e di ulteriore crescita del core business dei quotidiani, come pure degli altri comparti». Chiaro il riferimento al Corriere, corazzata del gruppo Rcs, sul quale Colao ha avuto più di uno scontro a livello sindacale. Scontri appianati dalla mediazione dello stesso Marchetti, che non a caso è ora diventato il punto di riferimento dei soci. I quali, ieri, si sarebbero trovati in sostanziale accordo sulla soluzione del «commissariamento», essendo ormai debole il fronte pro-Colao (guidato da Bazoli e banca Intesa), ma non essendoci state le condizioni per un improvviso cambio di poltrone. Le candidature alternative restano comunque in pista: da quella di Antonello Perricone (ad della Stampa, già candidato prodiano alla direzione generale della Rai) a quella di Paolo Dal Pino (numero uno di Wind), a quella di un clamoroso ritorno di Claudio Calabi, già ad in Rcs e oggi al vertice del Sole 24 Ore. Non a caso per seguire da vicino la vicenda al patto si è presentato per la Fiat il presidente della Fiat e di Confindustria Luca di Montezemolo, al posto del membro designato Franzo Grande Stevens.
Il titolo Rcs ha segnato una brusca flessione a Piazza Affari, lasciando il 4,53% e portandosi a 3,6 euro, sulle incertezze per la gestione del gruppo.


Il patto ha esaminato anche la questione Gemina: se la finanziaria vorrà cedere il proprio 1,01% avranno una priorità di acquisto Pirelli, Banca Intesa e la Dorint di Diego Della Valle, ovvero quei tre soci che hanno diritto di aumentare la propria quota fino al 5,05%. Sulle azioni restanti resta ferma, si precisa, la prelazione a favore degli altri partecipanti al Patto.

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