Totò le aveva dedicato la sua famosa 'A livella, la bellissima poesia che ne esalta l'uguaglianza sociale mentre Ionesco ha affrontato il tema spinoso della morte alla sua maniera, cercando, cioè, di esorcizzarne la paura attraverso le pagine ironiche del suo Il re muore, l'opera grottesca in scena, fino al 25 maggio, al Piccolo Teatro Studio, per la regia di Pietro Carriglio.
Un testo straordinariamente attuale che prende per mano lo spettatore accompagnandolo in una sorta di esame di coscienza della sua condizione di uomo, di quel suo modo di aggrapparsi alla vita che, spesso, sfocia nel disperato tentativo di sottrarsi ad un evento ineluttabile quale la morte fisica, che sembra appartenere ad altri, quasi fosse un argomento che non ci riguarderà in prima persona. Invece, inevitabilmente, arriva un momento nel quale siamo costretti ad affrontare il nostro destino finale, magari con il sopraggiungere di una malattia come nel caso del commediografo francese di origine romena. Eugène Ionesco scrisse, infatti, quasi di getto Il re muore dopo aver subito una delicata operazione chirurgica, allo scopo di esorcizzarla attraverso «un apprendistato della morte».
Morte, del resto, che è sempre stata una sua particolare ossessione: «Dall'età di quattro anni - dichiarava Ionesco-, da quando ho saputo che dovevo morire, l'angoscia non mi ha più lasciato. È come se avessi capito dun tratto che non cera niente da fare per sfuggirle e che non cera più nulla da fare nella vita. Scrivo anche per gridare la mia paura di morire, la mia umiliazione di morire. No, non cè niente, veramente niente in me che acconsenta ad accettare la morte».
Rappresentata per la prima volta, il 15 dicembre 1962, a Parigi, la pièce ha come suo protagonista principale Berénger (un personaggio caro a Ionesco visto che lo fa comparire in ben quattro opere) un re che apprende dalla moglie e dal medico di corte la notizia della sua imminente morte. La sua reazione è quella che accomuna tante persone, fatta di rifiuto ma anche di ribellione non solo contro l'inevitabile e non procrastinabile fine, ma anche contro l'inadeguata preparazione dell'uomo nel dover affrontare una simile condizione senza speranza. Alla fine, lunico modo per sconfiggere la morte è quella di saperla accettare.
Il re muore
Teatro Studio
Dal 13 al 25 maggio
Informazioni 848800304
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.