Il reality sulle carceri finisce sotto sorveglianza

Il ministero della Giustizia: ci vogliono garanzie. Costanzo: non è uno show, ma un documentario

da Roma

Al ministero della Giustizia si discute su Altrove, il documentario a puntate sulla vita dei detenuti e degli agenti penitenziari nel carcere di Viterbo progettato da Maurizio Costanzo. Ieri il sottosegretario Luigi Manconi, che si occupa dell’Amministrazione Penitenziaria e Francesco Borgomeo, capo della Segreteria del Guardasigilli Mastella, hanno incontrato il coautore del reality, Fabio Venditti per discutere i contenuti che dovrebbero andare in onda su Italia 1 dal prossimo 3 ottobre. «Abbiamo chiesto puntuali garanzie e precise condizioni in assenza delle quali il ministero della Giustizia e l'amministrazione non potranno collaborare in alcun modo alla realizzazione del programma. Ripeto, in alcun modo», ha dichiarato Manconi alla fine dell’incontro.
L’intenzione di Maurizio Costanzo di piazzare microfoni e telecamere nelle celle e in tutti i luoghi importanti della prigione laziale ha sollevato nei giorni passati un polverone di polemiche, spaccature tra i politici - i Comunisti italiani di Diliberto vorrebbero annullarlo - ma anche tra i sindacati delle guardie carcerarie. Costanzo ha spiegato più volte che vuole solo raccontare la realtà del carcere, non fare una nuova versione del Grande fratello. Si tratterebbe di un lavoro di inchiesta che nulla ha a che fare con trasmissioni di intrattenimento e premi milionari.
L’ufficio stampa di Altrove ha specificato che la preparazione «è cominciata molti mesi fa, con l’attenzione e la riservatezza che merita una questione tanto delicata e, naturalmente, in pieno accordo con il Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria. Sono state date ampie garanzie che non si tratta di una speculazione sui sentimenti o di un reality show. La parola reality vuol dire realtà e quindi dobbiamo immaginare un documentario che consenta ai detenuti di esprimersi, di dialogare fra di loro, di parlare di quel che vogliono».
Da parte dei rappresentanti del nuovo governo è stata evidenziata la necessità di realizzare tutte le condizioni e rispettare tutte le garanzie a partire da quelle a tutela della privacy, che possano rendere questo progetto un lavoro positivo e utile sia per la popolazione carceraria che per i cittadini liberi.
«Nel nostro programma - sottolinea ancora l’ufficio stampa - saranno posti al centro i pensieri e le emozioni delle persone vere, agenti o detenuti che siano, senza la minima forzatura della verità e senza coprire i problemi più seri.

Val la pena ribadire - precisano infine - che l’intenzione degli autori del programma è stata sempre quella di dar voce a chi voce non ne ha mai avuta, e di affrontare non già con luoghi comuni e dichiarazioni d’accatto una realtà così complicata».

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