La realtà crudele della sposa persiana di Carlo Goldoni

È in scena al teatro Verga (via Verga 5), fino al 10 febbraio, La sposa persiana, testo goldoniano fra i meno noti. La trama è semplice. Ispaan, città persiana. Il giovane Tamas già promesso dalla nascita a Fatima, figlia di un ricco guerriero, vive da tempo un’appassionata relazione con la sua schiava. La bellezza della schiava non sembra trovar rivali agli occhi di Tamas, ma Fatima, obbediente e remissiva, non sembra affatto volersi arrendere.
La commedia, cavalcando la moda dell’esotismo, ebbe un grandissimo successo fin dal suo debutto. La regia evidenzia come questo esotismo sia solo uno strumento per rappresentare in modo estremo una realtà crudele, costituita da rapporti spietati. In questo modo Goldoni dipinge, senza censure, la borghesia a lui vicina che, in fondo, non si comporta in modo diverso da oggi.


Un grosso letto, dove si muovono gli attori, rappresenta la stanza di Tamas, il suo talamo nuziale ed il luogo dove la realtà si mischia al sogno orientale per diventare terribile come una fiaba da mille e una notte.
Ne risulta un meccanismo a volte molto comico, a volte inquietante che rende la commedia uno dei molti gioielli scritti dal più grande commediografo italiano.

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