Roma - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sui delitti contro l'ambiente. Da oggi punizioni esemplari per il disastro ambientale e il traffico di materiale radioattivo o nucleare, o per l'abbandono di sostanze pericolose. Per i disastri ambientali è prevista la reclusione da tre a dieci anni con multa da trentamila a duecentocinquantamila euro. Pene dure per chiunque immette nell'ambiente sostanze o energie causando un disastro ambientale. A contraddistinguere il reato di disastro non è la sola imponenza del fenomeno, quanto gli effetti di tale imponenza sulla pubblica incolumità. Misure severe anche per i traffici di materiale radioattivo o nucleare e l'abbandono di esso. La reclusione va da due a sei anni e la multa da 50.000 a 250.000 euro per chiunque illegittimamente cede, acquista, trasferisce, importa o esporta sorgenti radioattive o materiale nucleare.
Stessa pena per detentore che si disfa illegittimamente di una sorgente radioattiva. La pena è aumentata di un terzo se dal fatto deriva il pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante di sottosuolo, acque, aria, flora o fauna selvatica. Se poi dal fatto deriva il pericolo concreto per la vita o l'incolumità delle persone, si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni e della multa da quindicimila a centomila euro.
Pecoraro: "Prima questi reati non avevano punizione" "Si risponde a un tema previsto dal programma e lungamente atteso in parlamento", dice il ministro Pecoraro Scanio, spiegando che il provvedimento "sposta la tutela ambientale dal livello contravvenzionale a diversi elementi di reato". Dal danno fino al disastro ambientale, con l'obbligo di bonifica dei siti, fino al reato di eco-mafia "sollecitato da diversi importanti giuristi". Infatti, "prima i disastri ambientali non avevano punizione, nonostante la loro gravità". Il ddl inoltre "anticipa la direttiva Ue che al momento è allo stato di proposta, e con un rapido esame parlamentare per una volta possiamo anticipare l'Europa adeguandoci a Paesi come la Francia, la Germania, la Spagna". Dunque, "auspico tempi ragionevolmente brevi per l'entrata in vigore".
Matteoli: "Non serva solo a mettersi a posto la coscienza" Spero che l'introduzione degli gli eco-reati nel codice penale non diventi solo un pannicello caldo per metterci in pace con la coscienza o un' etichetta per tranquillizzare il Paese mentre i problemi restano irrisolti". L'ex ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli: "Sono da sempre contrario -ha detto Matteoli- ad ogni generalizzazione sui reati ambientali perché temo che l'introduzione di questa fattispecie nel codice penale possa servire solo a mettersi la coscienza a posto.
Per fare un salto di qualità nella tutela dell' mbiente è necessario da una parte un cambiamento culturale e dall'altra intensificare l'eco-educazione. Detto questo però per alcuni reati particolari, come il traffico di materiale radioattivo o il traffico illecito di rifiuti, ritengo giusta la sanzione penale".
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