Le reazioni I finiani: «Nel Pdl nostalgici del centralismo Pci»

Nel Centro-Sud la domanda «Hai qualche problema?» (sinteticamente «Problemi?») è il preludio al ricorso alle vie di fatto. Ed è con la domanda «Problemi?» che si conclude l’editoriale di Filippo Rossi, direttore di «FareFuturo Web Magazine», testata internet della Fondazione finiana, con il quale si commenta l’intervista rilasciata ieri al «Giornale» dal capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.
Quest’ultimo, infatti, ha criticato le posizioni culturali del gruppo ideologico che si raccoglie attorno al presidente della Camera (spesso sul «Secolo») ispirandone le prese di posizione. «Intellettuali innamorati della parola bipartisan, convinti che dopo la caduta del Muro tutti i gatti sono bigi. Quelli del “Secolo” pensano che il passato sia una tabula rasa, è la filosofia dell’inciucio». Queste le parole di Cicchitto per avvisare i «finiani» che l’abbraccio con la sinistra giustizialista potrebbe rivelarsi mortale. Soprattutto quando le iniziative sul testamento biologico e sulla cittadinanza breve non sono concordate con il partito del quale, almeno in teoria, farebbero parte.
Apriti cielo! «Siamo convinti per davvero che con la caduta del Muro il paesaggio ideologico sia cambiato nel profondo. Siamo innamorati della parola bipartisan. Che male c’è a voler pensare al futuro del Paese prima che al presente di una sola parte?», ha scritto Rossi secondo il quale «costruire o “restaurare” un bipolarismo valoriale costruito su barricate distrutte sia una follia». E che l’eresia di Marco Follini abbia trovato una reincarnazione nell’attuale Pdl lo ha confermato la stessa direttrice Flavia Perina, che sul «Secolo» ieri ha esaltato i successi parlamentari della dissidenza definendoli «valore aggiunto per tutti» e stigmatizzando le critiche che «ricordano il vecchio modello del centralismo democratico» del Pci. E all’ex socialista Cicchitto essere accomunato ai «nipotini di Stalin» non avrà fatto piacere.
E comunque non è vero che i «finiani» si sono buttati il passato alle spalle.

Nell’editoriale Rossi ha citato Louis Pauwels, che rilanciò il nazismo mistico. Se Gianfranco Fini è oramai alle prese con i più «democratici» Teilhard de Chardin, Bauman e Hannah Arendt, c’è qualcuno vicino a lui che non ha messo in soffitta i cari «vecchi» Evola, Rosenberg e Jünger.

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