Cronaca locale

Le reazioni «Speriamo che non li scarcerino subito come a Guidonia»

Sgomento e orrore si dipingono tra i pochi passanti al ritorno dal mercato che ogni settimana si svolge nei pressi di via Acciaierie, la stretta strada sorta a ridosso della linea ferroviaria a pochi passi dalla stazione Primo Maggio nell’ex Stalingrado d’Italia. Gli stupri della studentessa a Trento e della giovane di Guidonia, ai residenti del quartiere sembravano solo episodi consumati lontano dalle loro abitazioni ma ieri, quando si è diffusa la notizia della violenza subita dalla 17enne milanese in un appartamento di Sesto, anziani e mamme hanno compreso che l’orrore li aveva sfiorati.
C’è ancora chi, nel rione che fa fatica a credere che una violenza sessuale si sia consumata a pochi metri da casa. «Mai avuto problemi - spiega una nonna carica di borse -. Certo prima ci sentivamo più sicuri quando nella via c’era la caserma della Guardia di finanza. Ora c’è chi scrive sui muri delle vecchie fabbriche e a volte alcuni stranieri litigano tra loro ma nessuno immaginava una cosa così».
Alcune studentesse spiegano invece che «non si può perdonare uno stupro. Speriamo solo che non escano di prigione dopo domani».
Linea dura anche da parte degli esponenti della minoranza di Sesto. «Vorremmo sapere - spiega Alberto Velati, commissario di An - cosa diranno il sindaco e la giunta che hanno sdegnosamente respinto l’offerta del ministro della Difesa Ignazio La Russa risalente a due mesi orsono per l’intervento dell’esercito con pattugliamenti di sicurezza congiunti alla polizia».
Nella via dov’è avvenuta la violenza, una piccola area verde, alcuni palazzi e un bar all’angolo con via Giovanna d’Arco, pochi vogliono parlare. I pettegolezzi si rincorrono e alcuni credono di conoscere la famiglia di uno degli stupratori.

«Brava gente» sussurrano guardando in fondo alla via, dove dovrebbe nascere sulle ceneri dell’ex Falck la nuova Sesto, una trasformazione che forse gli abitanti sperano avvenga anche nel cuore di alcuni uomini che considerano le donne solo oggetti.

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