Il record del governo Prodi: una nomina al giorno

da Roma

Il manuale Cencelli della prima Repubblica è tornato di gran moda con il governo dell’Unione. In poco più di cento giorni di governo la maggioranza ha espugnato il Palazzo d’Inverno posizionando i propri uomini al vertice di tutti i principali enti pubblici. Certo, la ciambella non è proprio riuscita con il buco perché Ds, Margherita, prodiani e «cespugli» vari avrebbero voluto qualcosa in più. Ma d’altronde sono state fatte solo 120 nomine in 112 giorni di vita del governo, con il tempo i malumori potranno essere dissipati con qualche poltrona.
La prima casella occupata è stata la direzione generale della Rai con l’ex Iri Claudio Cappon, nominato grazie all’intesa tra Quercia e Dl che ha tagliato fuori il candidato del premier Antonello Perricone, poi ripescato come nuovo amministratore delegato di RcsMediaGroup. In seconda battuta è toccato all’Anas dove l’ex presidente Vincenzo Pozzi e l’intero Cda sono stati defenestrati con l’accusa di cattiva gestione per far posto al prodiano Pietro Ciucci e, tra l’altro, a due stretti collaboratori del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Sempre dalla scuola Iri è stato pescato il nuovo amministratore delegato di Patrimonio dello Stato spa, Pierpaolo Dominedò, vicino agli ambienti del Botteghino.
I Dl hanno recuperato quanto spetterebbe loro per bacino elettorale solo grazie al vicepremier, ministro dei Beni Culturali e leader della Margherita Francesco Rutelli. A Cinecittà Holding il presidente Fuscagni e l’ad Condemi hanno dovuto fare posto al duo rutelliano Battisti-Carducci. Ai Ds sono andati l’Istituto Luce e FilmItalia con Stefano Passigli e Irene Bignardi. Rutelli ha poi trovato il tempo di rinnovare i consigli delle Fondazioni lirico-sinfoniche trovando spazio anche per la nota Gigliola Cinquetti. Lo spoil system non ha risparmiato la ricerca scientifica. Per volere del ministro Turco, attenta alle quote rosa, il direttore dell’Istituto Regina Elena, l’illustre oncologo Francesco Cognetti, è stato sostituito con la meno nota Paola Muti.


Più difficoltà sta invece incontrando il ministro dell’Università, Fabio Mussi, per la sostituzione dei vertici del Cnr e dell’Agenzia spaziale italiana. Ma è solo questione di tempo e tutto si appianerà. Le casematte del potere economico-finanziario ancora inespugnate come Poste Italiane, Alitalia, Eni ed Enel dovranno necessariamente capitolare.

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