Record per i tassi sui mutui in attesa della «stretta» Bce

Rilevati in maggio interessi al 5,75% il massimo dal 2003. I prestiti al 6,23%

da Roma

Le tensioni sui mercati monetari colpiscono, inevitabilmente, i mutui casa. In maggio, secondo i dati dell’Associazione bancaria, il tasso applicato dalle banche sui prestiti per l’acquisto di immobili è salito al 5,75% contro il 5,66% di aprile, superando il record degli ultimi cinque anni che era stato toccato nel dicembre scorso (5,72%). In rialzo, anche in questo caso a livelli record dal 2003, il tasso medio sui prestiti a famiglie e imprese non finanziarie, giunto al 6,23% contro il 6,19% di aprile.
L’incremento dei tassi sta frenando la dinamica della richiesta di mutui casa, e spingerà molti clienti a chiedere la rinegoziazione del contratto alle rispettive banche, in base all’intesa raggiunta tra Abi e governo nelle scorse settimane.
L’aumento dei tassi segnato in maggio risente, spiega l’Abi, delle condizioni del mercato interbancario, che nelle scadenze brevi (fino a tre mesi) ha manifestato fra aprile e maggio un aumento medio di circa 10 punti base. Continua, invece, il buon andamento della raccolta dalla clientela, che sempre in maggio è cresciuta al passo del 10,2% contro l’8,8% di aprile. In lieve rallentamento, al contrario, la crescita degli impieghi: +8,6% in maggio contro il +9,20% di aprile. Resta sotto controllo l’indebitamento delle famiglie: il rapporto fra debiti finanziari e reddito disponibile ha raggiunto a fine 2007 il 50%, un dato che risulta molto contenuto nel confronto internazionale (97% il complesso dell’area euro, 144% negli Stati Uniti).
L’andamento dei tassi di mercato sconta ormai l’aumento dei tassi ufficiali che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet ha annunciato, di fatto, all’ultima riunione del Consiglio dei governatori. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento è fermo al 4% dal giugno 2007, data dell’ultimo aumento da parte della banca centrale europea. Da un anno a questa parte, le tensioni sul fronte dei prezzi in Europa sono cresciute in maniera molto evidente. Da qui il «quasi-annuncio» di Trichet, di un aumento dello 0,25% dei tassi nella riunione del 3 luglio prossimo. Il governing council della banca centrale si riunisce anche oggi, a Francoforte; ma non sono attese decisioni. Subito dopo la riunione Trichet si recherà a Bruxelles per partecipare alla prima parte dei lavori del Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo. Ufficialmente si discute dell’ammissione della Slovacchia nell’area dell’euro, ma l’occasione sarà senza dubbio propizia per uno scambio di vedute su inflazione e tassi d’interesse nell’intera Eurolandia.
La Germania è determinata a sostenere la Bce nel momento in cui deciderà un aumento dei tassi.

«Il tasso di inflazione attuale è alto in maniera inaccettabile - osserva Jurgen Stark, componente del board esecutivo della banca -, ed è causa di allarme e crescente allerta. Tenuto conto dei continui rischi per la stabilità dei prezzi, ritengo consigliabile rivedere i tassi d’interesse». Più tiepida, invece, la Francia. Ma la decisione, a Francoforte, pare ormai presa.

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