Nove vittorie fa, Valentino Rossi, che allepoca non era Dottore ma solo Rossifumi, entrò in sala stampa al Mugello con il casco ancora in mano, la tuta Aprilia 125 addosso e i lunghi riccioli spettinati. Per avvicinarsi, usò i tavoloni come una passerella. Era il 1997.
Dodici edizioni dopo è ancora lì. Non cammina sui tavoli ma passa sopra gli avversari. Solo che rispetto ad allora, lo fa con delicatezza, con quella «classe ed eleganza» che solo la maturità sa regalare, perché «è con classe ed eleganza che vorrei lasciare le corse ed essere ricordato», ci raccontava giusto qualche giorno fa.
Il Valentino restituito dai due anni di patimenti e dal 2007 pregno di umiliazioni, di errori, di prese di coscienza, è un Valentino che porta in sella questa dote in più: quando passa sopra gli avversari non calpesta, quando parla non esagera, quando vince non umilia. Come ieri, quando a chi gli faceva notare che questo Rossi era il più forte di sempre, ha risposto no non è vero, cambiando in fretta discorso. No, ha ribadito, perché adesso arrivano corse che piacciono molto alla Ducati e a Stoner (ieri secondi); no, ha detto una volta in più, perché Pedrosa (ieri terzo) non molla proprio.
Dodici anni dopo non è solo il ragazzo di Tavullia ad essere cambiato pur restando al vertice. Cè anche una moto. E non la Yamaha missile di questi tempi, e neppure la Rossa Ducati che va bene ma non sbalordisce più. È lAprilia che da tempo non è più del signor Aprilia, Ivano Beggio, bensì del Gruppo Piaggio; Aprilia che corre persino camuffata da Gilera. Perché anche questultima fa capo al grande Gruppo della Vespa ma non ha e non aveva il know how, la tecnologia, il patrimonio di vittorie portato in dote dalla casa veneta. Così, dodici anni dopo, lAprilia vera o lAprilia-Gilera vincono ancora: luna in 125, laltra in 250, entrambe guidate ed esaltate da giovani ragazzi di belle speranze come Corsi e Simoncelli.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.