Lanciato da Letizia Moratti, promosso da organismi internazionali come lOcse, messo nel mirino dalla Lega e mai digerito anche dal resto del centrodestra. Scandagliato in tutti i dettagli (e possibili sviluppi) da un comitato di saggi. Oggi si saprà se i milanesi vogliono «più» Ecopass - dallestensione dellarea alla trasformazione in pedaggio per tutti - visto che è il primo dei cinque referendum sullambiente che ieri alla chiusura delle urne alle 22 hanno già superato di quasi 8 punti il quorum fissato al 30%. Più basso di quello al 50 per cento più uno degli elettori che invece tiene ancora con il fiato sospeso i promotori dei quattro quesiti nazionali: abrogazione delle attuali norme su nucleare, legittimo impedimento, privatizzazione e determinazione delle tariffe dellacqua pubblica. Laffluenza alle 22 a Milano era del 40,4%.
Cè tempo per votare ancora oggi, dalle 7 alle 15. Poi certamente si conteranno le schede dei cinque quesiti sullambiente - solo consultivi - promossi dal comitato «MilanoSiMuove» e sottoscritti da 24mila cittadini. Il primo chiede di ridurre traffico e smog attraverso il potenziamento dei mezzi pubblici, lestensione del pedaggio Ecopass e la pedonalizzazione del centro storico, il secondo vuole raddoppiare gli alberi, il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo, il terzo chiede che venga conservato dopo il 2015 il parco dellarea Expo, il quarto punta a politiche per il risparmio energetico e la riduzione della emissione di gas serra, il quinto chiede infine la riapertura del sistema dei Navigli milanesi. Sia il nuovo sindaco Giuliano Pisapia che Letizia Moratti prima di lui (ma su Ecopass solo personalmente e non da primo cittadino) si sono espressi a favore, garantendo di voler votare 5 sì.
I promotori dei referendum ambientali, Edoardo Croci (ex assessore della giunta Moratti e «papà» di Ecopass), il verde Enrico Fedrighini e il radicale Marco Cappato ieri pomeriggio hanno protestato e lanciato laccusa di «una vera e propria opera di boicottaggio, non importa se involontario o meno, che può pregiudicare il risultato». In diversi seggi, hanno spiegato, «non vengono consegnate contemporaneamente le 9 schede, in alcuni casi agli elettori è stato addirittura chiesto se intendevano ritirare tutte le schede, in contrasto con le regole di voto. Ci siamo rivolti al Sindaco e al Prefetto per garantire la correttezza delle procedure di voto». É accaduto allo stesso Edoardo Croci, al seggio 624. Il primo dato dellaffluenza alle 12 dava il voto per i quesiti nazionali al 10,1% e per quelli ambientali al 9,47%, dopo le 19 è salita al 30,5 per cento, due punti sotto invece i milanesi.
Referendum cittadini, già superato il quorum
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