Roma – Ha preso il via il referendum sull’accordo tra governo e parti sociali sul welfare del 23 luglio. I seggi aperti in tutto il Paese sono più di 30mila e, nelle previsioni, dovrebbero votare almeno cinque milioni di lavoratori dipendenti, pensionati e precari. Si voterà fino alle 14 di mercoledì prossimo: risultati attesi per venerdì. Intanto, però, le polemiche non mancano. Ad accendere la miccia è l'esponente del Pdci Marco Rizzo, che parla di brogli.
Rizzo: "Nessun controllo in tanti seggi" Rizzo critica le modalità di voto del referendum, mettendo in guardia da una possibile manipolazione a favore del sì: "Ho prova - spiega in
una nota - di troppi episodi in cui è stato possibile votare in più seggi, senza esibire
documento alcuno e senza registrare il proprio nome. Li renderò senz’altro noti a breve, a
dimostrazione che si vota senza alcun controllo in tanti seggi territoriali".
E' scontro nella maggioranza In seno alla maggioranza, intanto, si sta consumando uno scontro durissimo intorno al nodo Welfare. Il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta si dice “fiduciosa che prevarrà il buon senso e la volontà di innovazione tra i lavoratori”. Per Migliore (Prc), al di là del risultato, l’accordo deve essere cambiato: o in consiglio dei ministri o in parlamento. Ma il ministro dell’Università Mussi avverte: senza modifiche, in Cdm voto no. Ottimista anche Dario Franceschini: “Penso che sia buona volontà da parte di tutto - ha proseguito Franceschini - e come è avvenuto in questo anno e mezzo si trovi un’intesa che serva al paese”. “Tutto è migliorabile, ma è un buon accordo”, fa eco il ministro della Famiglia, Rosy Bindi. Solo “un dibattito paradossale”, invece, per Daniele Capezzone, presidente della Commissione attività produttive della Camera. E mentre la Cdl attacca la maggioranza,m mentre Confindustria ribadisce: "Il governo difenda il protocollo così com'è".
Prodi: "Spero vinca il sì" Sul protocollo del welfare "finché vengono segnali di distensione - dichiara Romano Prodi - la mia valutazione è ottima. Ho sempre pensato che si potesse e dovesse trovare un’intesa dopo la firma del protocollo, quindi lo continuo a pensare, indipendentemente dalle notizie che arrivano dall’Italia". Sul referendum dei lavoratori "spero - ha aggiunto - in un risultato positivo proprio perché la posizione dei lavoratori è stata definita un fatto importante e io credo che sia un fatto importante".
Mussi: “Sì alle modifiche, così com’è io non lo voto” “Secondo me vincerà il sì con una certa quantità di no” ha affermato il ministro Fabio Mussi, che ha sottolineato la necessità di superare “certe ruggini. Questo vuol dire che non si può stravolgere completamente il protocollo, ma non è una bestemmia qualche correzione migliorativa a favore dei lavoratori.. C’è una parte del governo - ha detto il ministro - che pensa che ciò sia necessario: il ministro Damiano, ad esempio, ha aperto ed anche Padoa-Schioppa non ha chiuso. Insomma credo che c’è una riflessione in corso”. Il protocollo, ha concluso Mussi, “è uno strumento e dobbiamo tradurlo in legge; nel momento in cui lo si fa, certe ruggini possono essere pulite”.
Migliore: “L’accordo va cambiato” Il protocollo sul welfare “va cambiato” e per questo “è indifferente” che ciò venga fatto “in Consiglio dei ministri o in parlamento”. Lo dice il capogruppo del Prc alla Camera, Gennaro Migliore. “Le nostre proposte di modifica sono giuste per affrontare i problemi - ha aggiunto - credo che potranno essere apprezzate dai nostri alleati, a parte qualche frangia di estremisti di centro”.
Urso: “Resa dei conti a sinistra” "La sinistra ha trasformato il referendum in una resa dei conti tra bolscevici e riformisti, una sorta di ottobre rosso che farà saltare il Governo”. E quanto ha sottolineato Adolfo Urso (An) secondo cui “il sindacato dovrebbe ribellarsi a questa evidente strumentalizzazione invece di apparire strumento e terreno di contesa. Dal canto nostro in parlamento faremo comunque le barricate per evitare ulteriori danni e cedimenti".
Brunetta: “Seguire il modello svedese” Il vicepresidente di Forza Italia, comparando il sistema svedese a quello italiano, propone “l’eliminazione della duplicazione dei servizi che caratterizza il nostro sistema statale con cattiva coscienza. Il cittadino deve sopperire a sue spese alle lacune che registrano le strutture statali. Inoltre ha aggiunto Brunetta - le protezioni sociali nel nostro Paese sono troppo costose per il servizio scadente che viene fornito".
Bonanni: "L'accordo non si tocca" Il protocollo del welfare non può essere modificato e la politica "deve stare lontana dal mondo del lavoro nell’interesse dei lavoratori". Ad affermarlo è il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine di un’audizione in Senato, sottolineando che l’affluenza al referendum "va bene" e la "stragrande maggioranza della gente accetta l’accordo e lo sostiene".
Epifani: "Ci sono buoni segni di affluenza" E' soddisfatto per la partecipazione alla consultazione sul protocollo del welfare il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. "L’importante - ha aggiunto - è che ci sia una partecipazione alta, convinta, un voto consapevole: è una bella giornata per i lavoratori, per il sindacato e per il Paese".
Angeletti: "L'accordo cambia solo chi l'ha firmato" "L’accordo può sicuramente essere cambiato, ma da chi l’ha sottoscritto" ha detto il leader della Uil, Luigi Angeletti, ai microfoni di SkyTg24. "Se il governo, al proprio interno, fa un’altra trattativa per modificare questo accordo - ha detto il sindacalista - vuol dire che è assolutamente inaffidabile. Credo - conclude - che se la maggioranza delle persone va a votare facendo queste valutazioni c’è da essere ottimisti circa il risultato".
Confindustria: "Il governo difenda il protocollo" Il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, a margine dell’audizione sulla Finanziaria in corso al Senato ha auspicato che il governo presenti in Parlamento il protocollo così come è stato siglato, "e lo difenda così com'è", auspicando anche che sia approvato dai lavoratori. Beretta ha ricordato che il protocollo è parte integrante della manovra con dei contenuti relativi anche alla produttività e competitività: "Ha dei contenuti importanti - ha aggiunto - che completano la legge Biagi sul versante degli ammortizzatori. C’è una parte che riguarda le pensioni, che noi non condividiamo, che ma che abbiamo sottoscritto nella logica di accettare il documento nel suo complesso".
Il ministro Damiano: "No a modifiche" "Il segretario della Uil Luigi Angeletti ha ragione quando dice che al Senato il testo sul welfare potrebbe addirittura essere peggiorato", il ministro del Lavoro Cesare Damiano avverte la
sinistra radicale. "E' meglio mantenere la strada tracciata. Suggerisco di non fare cambiamenti radicali perché si rischia di peggiorare la situazione... - aggiunge - anche perché al Senato c’è una maggioranza risicata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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