Roma - "Nell’ultimo periodo il processo riformatore si è arrestato e le liberalizzazioni sono scivolate via dalle priorità dell’agenda politica". E' l’allarme lanciato dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nel corso della relazione annuale in cui denuncia "a chiare lettere che senza concorrenza è a rischio la vitalità, già compromessa, del sistema economico". E proprio per questo l'Authority punta il dito contro il referendum che ha affossato la riforma dell'acqua.
Occupazione politica delle municipalizzate Il referendum sulla privatizzazione dell’acqua "ha portato via con sé anche la liberalizzazione degli altri servizi pubblici locali, l’unica riforma pro mercato della legislatura. Ciò non può interpretarsi come una legittimazione del potere politico locale a occupare definitivamente con le aziende municipalizzate tutte le aree economiche". Catricalà ha spiegato che "i principi di buon andamento ed efficacia dell’azione amministrativa non sono stati messi in discussione". A quelle regole si devono attenere le aziende pubbliche. In caso di inefficienze e sprechi la via obbligata resta il ricorso al mercato e vigono ancora le norme del Trattato europeo sulle gare per la scelta del miglior affidatario.
I rischi del neostatalismo "Abbiamo contrastato le lusinghe del neostatalismo rinvigorite in Europa dalle recenti crisi: non crediamo che si possa attribuire a una burocrazia illuminata il potere di guidare le sorti dell’economia", ha continuato Catricalà nella Relazione annuale al Parlamento. "Questa Autorità - ha proseguito - ha svolto con rigore il ruolo di pungolo della politica affinchè i ritardi venissero recuperati e ha attivato tutte le leve a disposizione per favorire l’apertura dei singoli mercati; ha agito nella convinzione che la concorrenza non sia un lusso da concedersi solo durante i cicli economici espansivi ma diventi strumento indispensabile nei periodi difficili per sostenere la ripresa e difendere i consumatori".
I risparmi connessi all'antitrust Tra il 2006 e il 2010, gli interventi dell’Antitrust in 4 settori "hanno generato risparmi per oltre 1 miliardo di euro".
Catricalà ha ricordato come "73 milioni sono riconducibili alle indagini sui farmaci da banco, 130 milioni al procedimento sulla pasta, 280 milioni derivano dalle istruttorie sul latte in polvere per l’infanzia e 530 milioni di risparmio sono imputabili all’inchiesta sul gasdotto tunisino".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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