Il reggae-ska dei «Persiana Jones»
29 Giugno 2005 - 00:00Luca Testoni
Dopo uno stop durato cinque mesi, riparte la carovana dei Persiana Jones.
Paladini della via italiana allo ska, sono anche tra i gruppi più longevi di questo filone musicale «figlio» del reggae giamaicano: la formazione di Rivarolo Canavese, in provincia di Torino, è infatti in azione (sebbene con diversi cambi di line-up) sino dal lontano 1988 e il primo disco (lep «Impazzire»), registrato dallAfrica Unite Madaski, risale a due anni dopo.
Il loro piatto forte? Le esibizioni dal vivo. Ne avranno fatte più di 900. E tutte ad alto tasso di fisicità: «Conosciamo il numero dei nostri concerti anche perché allinizio li scrivevamo sul muro di casa, quando vivevamo ancora insieme e pensavamo di farne un numero esiguo. Massimo dieci, quindici e, invece, siamo arrivati fin qui...». Niente di cui stupirsi: in fondo, i ritmi ska (resi ancora più incendiari dallattitudine punk della cricca) sono trascinanti e contagiosi. Al limite dellirresistibile.
I Persiana Jones hanno da poco dato alle stampe a un nuovo live album, Another Show, il secondo in carriera. Una trentina in tutto i brani scaletta, registrati in due concerti tenuti all'Hiroshima Mon Amour di Torino ad inizio febbraio.
Questa sera sono attesi (dalle 21.30, ingresso 5 euro) al Saphary Summer Fest, la kermesse promossa dallArci e ospitata nellaccattivante scenario della Cascina Monlué.
A precederli i Solidamòr, sorta di supergruppo tricolore (raccoglie musicisti già al servizio di Mau Mau, Matrioska, Shandon e Vallanzaska), che guarda con ammirazione alla «patchanka» di Mano Negra et similia. E, cioè, a quellesplosiva miscela sonora che mette insieme reggae, ska, rock, samba, rumba. «In buona sostanza, un modo per dire che facciamo esattamente quel che ci pare, basta che sia musica trascinante - hanno dichiarato. Musica per sognare, si dice. La nostra invece è musica per sudare: sudiamo noi sul palco, suda la gente sotto il palco impegnata a ballare e dimenarsi, fa pure bene alla salute».