Reggio Calabria, trovata microspia in procura

Trovata una cimice nell'ufficio del pm Nicola Gratteri (nella foto), titolare dell'inchiesta sulla strage di Duisburg. Il segnale venivano trasmesso a 20 metri. Il locale veniva usato per coordinare le indagini. Negli ultimi giorni le fughe di notizie su De Gregorio e Dell'Utri

Reggio Calabria, trovata microspia in procura

Reggio Calabria - Una microspia è stata scoperta in un ufficio della procura di Reggio Calabria utilizzato normalmente dal pm Nicola Gratteri, titolare, tra l’altro dell’inchiesta sulla strage di Duisburg del Ferragosto dello scorso anno. La scoperta è stata fatta martedì scorso durante un’operazione di "bonifica" degli ambienti finalizzata proprio alla ricerca di microspie. L’apparecchiatura funziona a batterie e ha un’antenna che diffonde il segnale in un raggio di poche decine di metri, una ventina secondo quanto si è appreso. Questo fa ritenere agli investigatori che la "talpa" si dovesse trovare a pochi metri dalla stanza per captare il segnale. Di conseguenza gli investigatori, a quello che si è appreso, non possono neanche escludere che si tratti di un magistrato.

Interrogatori Nella stanza dove è stato trovato il dispositivo, Gratteri solitamente tiene interrogatori e concorda le indagini con la polizia giudiziaria. Nelle scorse settimane ci sono state fughe di notizie su alcune inchieste delicate condotte dalla Procura di Reggio Calabria. È il caso, per esempio, delle indagini condotte sul presunto ruolo che avrebbe svolto il senatore Sergio De Gregorio per l’acquisto, per conto di una cosca, dell’immobile che un tempo ospitava una caserma dell’esercito, e sui presunti rapporti tra Marcello Dell’Utri e un faccendiere, Aldo Miccichè, in merito al voto degli italiani residenti in Sud America.

Gratteri Nella procura di Reggio Calabria, dopo la scoperta della microspia in un ufficio utilizzato dal pm Gratteri, c’è poca voglia di parlare. Gratteri taglia corto: "Non posso dire nulla". A scoprire la microspia sono stati i carabinieri del Ros nel corso, secondo quanto si è appreso, di un servizio di bonifica dei locali della procura finalizzato proprio alla ricerca di apparati di intercettazione. I Ros stanno ora indagando per cercare di risalire a chi ha posizionato la microspia e stabilire da quanto tempo era nell’ufficio. Da quello che è trapelato dal rigido riserbo imposto sulla vicenda si è saputo che l’apparato era a corto raggio. Questo significa che la "talpa" doveva necessariamente trovarsi nelle vicinanze per captare il segnale. Gli investigatori stanno adesso cercando di accertare chi potesse avvicinarsi all’ufficio usato da Gratteri e non escludono che possa trattarsi di un altro magistrato, ma anche di qualcuno al di fuori del palazzo di giustizia.

Il procuratore "Mi pare evidente che qualcuno aveva interesse ad ascoltare il lavoro e le impressioni del dottore Gratteri". Sono queste le parole del procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, da meno di un mese a capo della procura reggina. "Quella stanza era usata dal sostituto Nicola Gratteri, quindi è un dato di fatto oggettivo che l’azione era rivolta a lui. Questo è un fatto che ci preoccupa molto".

Invece, lo stesso Pignatone smentisce,a almeno per ora, le voci su una talpa: "Non ci sono elementi che ci fanno pensare a ciò, ma sarà la procura di Catanzaro, competente per territorio su fatti che riguardano i magistrati reggini, a fare le verifiche del caso. Lunedì - conclude Pignatone - trasmetteremo gli atti alla procura catanzarese compresa la relazione del Ros reggino che sta indagando sull’episodio".  

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