Moratti se ne sarà convinto: questanno non serviva cambiare allenatori per vincere il derby. Ne ha alternati tre (Benitez, Leonardo, Gasperini) dallestate scorsa e tutti e tre hanno perso contro Allegri. Mettetevi comodi: Allegri non è certo il Superman degli allenatori. Magari è più freddo di Gasperini e Leo, e meglio appoggiato dalla società rispetto a Benitez. Non basta ancora. Il derby stavolta ha rispecchiato perfettamente le due squadre: una già robusta nel Dna e unaltra che sta cercando di cambiare faccia, si sta dando una riverniciata. Una che ha richiamato tutti i suoi titolari e laltra che ha lasciato qualche vecchia gloria a riposare. E non cominciamo a dire che lo stadio del Nido duccello porta sfortuna allInter (già la seconda sconfitta dopo quella con la Lazio sempre in Supercoppa). Sono stupidaggini.
Però è vero che Milan e Inter, in ordine di classifica e successi, sono, oggettivamente, le più forti dItalia e che anche questanno terranno banco. Valutazione facilmente avvalorata da Galliani. «Ci siamo confermati in vetta al calcio italiano ma, come dice Allegri, fra 20 giorni si ricomincerà da zero». Dunque? A che punto sono? La risposta potrà sembrare dissacrante: qui ci vorrebbe Raiola. Si, luomo di Ibra e Balotelli, quello che ti fa venir il mal di testa se provi a stargli dietro. Ci vorrebbe Raiola per permettere alle società di far scacco sul mercato e rifilare, a Branca e Galliani, un giocatore che alzi la qualità tecnica. Ovviamente con attento esborso. Milan e Inter sono in ordine di classifica, anche nella possibilità di spendere. LInter ha assoluta necessità di vendere. Se ci fosse ancora bisogno di capire, leggere le parole di Sneijder sul suo futuro: «Il denaro è necessario alla società ed io sono il giocatore che verrà pagato di più. Fra una settimana conoscerò il mio futuro». Tradotto: non mi spiacerebbe andarmene.
Da qui ogni valutazione tecnica può prender corpo. Il Milan non sta male, ma nemmeno benissimo. Gattuso è stato perfetto nella diagnosi. «Serve uno che faccia girare la squadra e ci dia qualità». Che pensasse a Montolivo oppure a Kakà, non cambia. Detto da lui, e con quelle parole, il pensiero di tutti corre a Kakà. Se non fosse per le questioni economiche, certamente la migliore delle soluzioni. Anche se ieri Galliani ha perso le staffe: allo sbarco da Pechino, ha sentito i tifosi urlare il nome «Fabregas!» ed ha scartato davanti ad un cronista che gliene faceva un altro, appunto Kakà. «Nooo!, Vinciamo la Supercoppa e voi mi dite Kakà!», ha sbuffato.
Ma il bello è che anche allInter servirebbe un tipo alla Kakà, se non Kakà. Tutto questo arrovellarsi intorno a «Sneijder va o Sneijder resta» è un falso problema. Anche a Pechino si è vista la differenza fra chi cambia la squadra e chi cambia solo la partita. Lolandesino ha provato a cambiare la partita con il suo gol, ma alla lunga è sparito esattamente come gli è accaduto quasi sempre lanno passato (serve non dimenticarlo). Ibrahimovic ha cambiato partita e faccia alla squadra. Dunque allInter conviene intascare e mollare Sneijder, sempre che qualcuno lo voglia davvero. Marco Branca ha fatto intendere che non cè una fila.
In realtà, Milan e Inter hanno lo stesso problema: aumentare la qualità della rosa: tutte e due a centrocampo. Vedi Fabregas e non sbagli. Entrambe hanno occhi per Casemiro, brasiliano un po troppo sponsorizzato. Poi il Milan dovrà valutare quei venti minuti di crisi contro una squadra che filava sulle fasce laterali, teneva centrocampo tosto e tonico. La scelta di Allegri, prima Robinho poi Pato, ha trovato sconfessione nei fatti, ma ci sarà un momento in cui decidere lassetto più funzionale. «Pato è entrato con grinta e cattiveria», ha spiegato il tecnico. Quella che manca al bambi brasiliano. Invece grinta e cattiveria di Gattuso e Van Bommel andrebbero cloroformizzate. Altrimenti saranno guai. Al tirar delle somme: il Milan deve tenere nervi a posto, migliorare la mira dei soliti noti (Robinho ehm!) e puntellare la forza fisica con la qualità.
Al contrario lInter: ha imbroccato la strategia, poi si è sciolta quando ha provato a cambiare. Dove sta lerrore? Allegri è stato più freddo e con idee chiare rispetto a Gasperini. Il tecnico nerazzurro, forse, ha sofferto la prima sfida top: stare in panca allInter ti mette pressione anche durante una partitella. Figuratevi nel derby. Ancora una volta, lInter ha mostrato giocatori dediti alla causa, ma letà passa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.