Roma - "I giudici stanno impedendo al governo di poter parlare dei successi ottenuti". In collegamento telefonico da Roma con una manifestazione elettorale ad Avezzano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha accusato la magistratura di "essere scesa in campo" nelle imminenti elezioni regionali: "Invece di parlare dei risultati del governo in questi due anni è scesa in campo la magistratura politicizzata che ha dettato i temi della campagna elettorale". Da qui la "chiamata" in piazza per sabato: "Saremo in piazza per difendere il nostro diritto al voto. Saremo tantissimi, e insieme, alle prossime regionali ancora una volta vinceremo" (guarda il video).
Le violazioni dei giudici A soli tre giorni dalla grande manifestazione romana, il presidente del Consiglio è tornato a puntare il dito contro le violazioni messe in atto dalla magistratura nei confronti delle liste legate al Pdl. "Hanno tentato di escludere le nostre liste guarda caso nelle due città più importanti e cioè Milano e Roma accusando i nostri rappresentanti quando invece sono stati proprio i magistrati a violare le norme", ha affermato il premier ripercorrendo tutta la vicenda del caos liste e puntando il dito contro "i magistrati politicizzati che hanno dettato i temi della campagna elettorale".
Governo imbavagliato dai pm Accusandola di "fare politica", il premier ha attaccato la magistratura che "ha dettato i temi e i tempi della campagna elettorale". Prima con "una falsa tangentopoli che non c’è stata e non c’è perché al massimo si tratta di singoli casi da individuare e punire". Poi "addirittura schizzando fango su quello che abbiamo fatto in Abruzzo". E ancora: c'è stato "il tentativo di escludere la lista del Pdl guarda caso nelle due principali città di Roma e Milano dando in più la colpa ai nostri rappresentanti che non avevano e non hanno alcuna responsabilità, ma ci sono stati invece dei magistrati che hanno violato in maniera grave delle norme". Infine, ha continuato il premier, "anche con quest’ultima risibile inchiesta di Trani che tra l’altro ha visto la distribuzione delle intercettazioni telefoniche al Fatto e agli altri loro giornali". "In questo modo - ha proseguito il premier - hanno catalizzato su questi temi la campagna elettorale e ci hanno impedito e ci impediscono di parlare delle tante cose decisive che abbiamo fatto come governo e soprattutto ci impediscono di fare i confronti tra i nostri successi dei nostri governi, nazionale e regionali, e quelle che sono le clamorose inefficienza e gli sperperi della sinistra".
Fallito il modello della sinistra "Il modello emiliano è fallito tant’è che i cittadini delle Regioni rosse vengono a curarsi in Lombardia e Veneto, nelle Regioni dove governiamo noi". Da qui l'importanza che tutti gli italiani vadano a votare per evitare che ad avvantaggiarsi sia proprio la sinistra. Il premier ha spiegato che "la sinistra si affanna nel dire che ciò che è successo in Francia, dove ha votato soltanto un elettore su due, succederà anche in Italia". Ma Berlusconi non è d'accordo. Anzi è fermamente convinto del contrario: "Gli italiani sono saggi e sanno bene che non andare a votare significa avvantaggiare la sinistra". Da qui la "chiamata" in piazza per sabato: "Saremo in tanti a piazza San Giovanni per difendere il nostro diritto al voto e il nostro diritto alla privacy, e per sottoscrivere con i 13 candidati il patto per il buon governo delle regioni". E ancora: "So che saremo tantissimi, e insieme, alle prossime regionali ancora una volta vinceremo".
Bossi: "Sabato scendo in piazza" Anche il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, parteciperà alla manifestazione di sabato indetta dal Pdl in vista delle elezioni regionali del 28 marzo e parlerà dal palco.
A margine di un comizio elettorale a Vigevano, in provincia di Pavia, il leader del Carroccio ha spiegato ai giornalisti: "Pare di sì, pare che andrò e se vado parlo". Poi sull'inchiesta Rai-Agcom ha detto: "Berlusconi farebbe meglio a non parlare al telefono".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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