Regionali, scossone dentro il Pdl: la Beccalossi è pronta a candidarsi

L’ex assessore di An rivendica un ruolo nel partito: "Tanti me lo chiedono, quando mi chiamano rispondo". "La Lega? E' importate mandare un segnale forte di presenza"

Non voleva lasciare il Pirellone, adesso non vorrebbe tornare. Eppure Viviana Beccalossi, ex vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura di An, oggi deputata del Pdl e coordinatrice bresciana del partito, non esclude di scendere in campo alle regionali. «Me lo chiedono in tanti, il partito mi sta facendo grandi pressioni. E la mia storia personale insegna che quando mi chiamano, corro» spiega.
A spingere per averla in lista, spiega Viviana Beccalossi, è anche Giancarlo Abelli, che a sua volta pur essendo parlamentare torna in pista in Lombardia, candidandosi a Pavia. Entrambi, Abelli e Beccalossi, si erano trasferiti a Roma per “accompagnare” Roberto Formigoni, che allora sembrava destinato a un incarico da ministro. Adesso, sia Abelli che Beccalossi rivendicano un ruolo nel Pdl e puntano a far pesare le preferenze personali.
La Beccalossi non nega che molte delle preoccupazioni derivino dalla concorrenza della Lega: «È importante dare un segnale di presenza forte. Non ho mai detto no al partito». A Brescia si chiacchiera anche dall’eventualità che sia Renzo Bossi, il figlio del Senatùr, a scendere in campo come capolista bresciano . Già nel 2005 la Lega aveva ottenuto due consiglieri regionali: Monica Rizzi con undicimila preferenze e Enio Moretti con cinquemila. Nella disfida tra alleati punta a ottenerne tre e potrebbe rosicchiare un seggio al Pdl.
Gli eredi di An più in generale sono preoccupati dalla situazione del partito, che rischia di non avere neanche un rappresentante sul territorio. Sarebbe la prima volta dai tempi del Msi. Brescia è anche la provincia in cui è più forte il ruolo dell’Udc: sono bresciani l’assessore alla Casa, Mario Scotti, e il consigliere Gianmarco Quadrini, ovvero i due esponenti del partito di Casini eletti al Pirellone.
Nell’aprile del 2005 Alleanza nazionale era al 9, 3 per cento e la Beccalossi era stata eletta con più di ventimila preferenze, prima nel suo collegio, davanti anche alle diciassettemila preferenze di Mariastella Gelmini, che aveva diviso i consensi del Pdl con Franco Nicoli Cristiani (poco sotto i diciassettemila voti). Il candidato numero due della lista di An era rimasto fermo a tremila voti. Alla prima dei non eletti del Pdl, Margherita Peroni, subentrata poi alla Gelmini, non erano bastati dodicimila voti per entrare, segno che la competizione bresciana è molto serrata. Questa volta saranno in corsa gli uscenti Nicoli, attualmente assessore al Commercio, e Peroni. In campo anche Mauro Parolini, assessore provinciale ai lavori pubblici di area Cl, pronto a correre per il Pirellone.
La Beccalossi, diventata vicepresidente della Regione a meno di trent’anni, è stata una specie di enfant prodige della politica lombarda. Adesso non scioglie le riserve. «Preferirei non correre, ma ho accettato spesso le sfide, anche quando la mia era chiaramente una candidatura di bandiera» spiega.

È accaduto alle elezioni per il Comune di Brescia nel 1994 e nel 2001 e in due collegi alla Camera nel 2001, dove aprì le porte del Parlamento ad Alberto Arrighi e Daniela Santanchè. Non è escluso che accada qualcosa di simile anche adesso.

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