«Regione assente sui problemi degli agricoltori nell’area viterbese»

Al posto dell’assessore competetente Daniela Valentini, a parlare di agricoltura alla Camera di commercio di Viterbo si è presentato Giuseppe Parroncini, responsabile degli enti locali per la giunta Marrazzo. Non è stato facile per Parroncini contrastare le critiche degli operatori del settore nonostante conosca la realtà del territorio viterbese.
L’assessore ha fornito una ridda di cifre, parlando di «un contributo pubblico di oltre 21 milioni di euro per i pianti integrati di filiera; 146 le domande al piano di sviluppo rurale (con 118 concessioni già rilasciate) per un contributo pubblico di circa 15 milioni e un investimento totale di 26». Complessivamente, secondo Parroncini, per la provincia di viterbo, sarebbero state stanziate risorse per circa 82 milioni di euro.
«La provincia di Viterbo - ha fatto notare Francesco Battistoni, consigliere del Pdl - ha presentato una marea di progetti e investito una montagna di soldi: peccato che nessuno fino a oggi (a metà del programma comunitario) ha ancora preso un centesimo. Anche i pochi che hanno ottenuto il decreto di concessione e cioè solo quelli del pacchetto giovani, non hanno ancora avuto il 20% dell’anticipo».
«Non solo - ha spiegato Battistoni, che ora potrebbe tentare il salto candidandosi alla Regione -. Dopo il danno anche la beffa. Perché a fronte di tante domande presentate vi è una marea di investimenti che l’imprenditore agricolo ha dovuto sostenere, facendo ovviamente ricorso al credito in una stagione i cui costi sono talvolta insostenibili. Il mancato rientro del contributo comunitario (mediamente il 35-40% dell’investimento) sta mandando in bancarotta tutti quelli che avevano creduto nel Piano di sviluppo rurale».
«E il sistema di verifica delle domande - ha sottolineato Battistoni - è talmente contorto, che nemmeno gli uffici regionali sanno dove mettere le mani e dunque nessuno può dire quando i soldi arriveranno. Un vero disastro dunque. A pensare che l’assessorato della precedente giunta regionale di centrodestra, aveva pagato più dei soldi stanziati dalla Comunità Europea per il Lazio, attingendo alle somme non spese delle altre regioni».
A proposito della normativa sul Distretto rurale, il consigliere provinciale del Pdl ha osservato che «la legge era talmente farraginosa che non sarebbe mai stata applicabile, là dove prevede che la gestione è affidata al solito carrozzone della spa mista pubblico - privato. Sono oltre due anni che è stato individuato il distretto rurale dei Cimini. Tutti i soldi stanziati sono stati impiegati per l’elaborazione del Piano di distretto, il solito libro dei sogni». Battistoni ha contestato Parroncini anche sulle attività agrituristiche.

«La Regione - ha detto - ha fatto un restyling della vecchia legge regionale del 97, anche alla luce della nuova legge quadro nazionale approvata dal governo Berlusconi alla fine del 2006, che introduceva la semplificazione amministrativa con la Dia, ma non ha dato seguito alle innovazioni della legge».

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