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La Regione ci ripensa e compra i pacemaker giusti

Ignorare il mio «club» sarà difficile. Per tutti

(...) La scorsa settimana l'assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo ha riunito i massimi esperti di cardiologia e aritmia ligure e ha messo mani al «pasticciaccio» dei pacemaker datati. Ieri Montaldo è dovuto correre alla conferenza Stato Regioni e ha lasciato al direttore dell'agenzia sanitaria regionale Franco Bonanni il compito di annunciare che la Liguria acquisterà anche i pacemaker ad alta tecnologia. Verranno utilizzati quei 7 milioni di euro «risparmiati» e quindi il bilancio del budget di questo settore, per i prossimi tre anni, rimarrà pressoché uguale a quello degli anni passati. Un accordo che tuttavia non ha trovato concordi tutti i cardiologi. Alcuni hanno spiegato come i pacemaker acquistati e definiti «di base» non siano all'altezza. Altri hanno affermato che invece la tecnologia del 2003 è ancora valida per alcuni pazienti. «Il risparmio c'è stato - spiega Giovanni Bertero, cardiologo al San Martino e membro della commissione di qualità per l'acquisto dei device - ma soltanto sui defibrillatori. In media circa tremila euro ciascuno. Sui pacemaker è tutt'altra cosa. Fino a quando non me lo imporranno continuerò a installare quelli che posso ancora acquistare e cioè modelli medi e non certo di base, che costano soltanto dai 100 ai 200 euro in più, ma forniscono maggiori garanzie sia sotto il profilo di sicurezza, sia di affidabilità. Invece di acquistare quelli di base, bastava aggiungere poche decine di migliaia di euro per fornire apparecchi di gran lunga migliori. Non parlo di Ferrari, e ben venga la marcia indietro della Regione che consentirà l'acquisto anche dei gioielli di ultima tecnologia, parlo semplicemente di Golf al posto di vecchie Panda».
«Non c'è stata alcuna marcia indietro della Regione - controbatte Bonanni - lo scorso marzo non era stata data la corretta informazione. Il denaro risparmiato doveva servire, appunto, per acquistare strumenti di nuovissima e altissima tecnologia che tuttavia non vanno bene per tutti i pazienti. Il nostro motto è risparmio associato alla best practice». «Non è vero che i modelli di base - aggiunge il cardiologo Michele Brignole di Lavagna - non vadano bene. Sono Maggiolini o Panda che vanno benissimo almeno per il 60 per cento dei pazienti. Alla signora che va a fare la spesa è inutile, talvolta addirittura pericoloso, dare in mano una Ferrari. L'anno di progettazione, poi, non è un criterio di qualità. La tecnologia del 2003 è ancora utilizzabile. Si tratta di device che vengono venduti e utilizzati dai cardiologi su pazienti di tutto il mondo».

«Sarà anche vero - ribatte Bertero - che sarò anche l'unico a pensarla così, ma, ribadisco, sui miei pazienti preferisco usati pacemaker meno datati e almeno di media qualità. Soprattutto quando costano soltanto cento o duecento euro in più rispetto a quelli del 2003».

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