Regione, giunta più rosa I consiglieri dichiareranno se hanno guai giudiziari

Regione, giunta più rosa  I consiglieri dichiareranno se hanno guai giudiziari

Roberto Formigoni beato tra le donne? Chissà. Le immagini scattate a Palazzo Lombardia subito dopo il rimpasto di giunta riflettono novità nella distribuzione dei pesi tra maschile e femminile. Escono l’assessore alla Cultura, Massimo Buscemi, e il sottosegretario al territorio, Francesco Magnano. Lascia l’incarico anche il consigliere delegato Fabio Saldini. Entrano due signore, l’ex sottosegretario all’Istruzione, Valentina Aprea, e l’ex presidente della Provincia, Ombretta Colli, e portano a quota tre (su venti) il tasso rosa della squadra Formigoni.
Aprea diventa assessore a Cultura e Istruzione, Colli sottosegretario a Pari opportunità, Moda e design. Entrambe lasceranno il Parlamento causa incompatibilità: si dimetteranno entro trenta giorni. «In Lombardia solo incarichi a tempo pieno» sintetizza il presidente della Regione, dopo il cambio in corsa per ridare smalto a una squadra in difficoltà per i molti guai giudiziari.
Valentina Aprea ottiene un super assessorato a Istruzione, Formazione e Cultura: «È un incarico importante come un ministero. Quando me l’hanno chiesto, prima Formigoni e poi Berlusconi, ho accettato con gioia. Vengo ad attuare ciò a cui ho lavorato da sottosegretario all’Istruzione del ministro Moratti». La Aprea concentra su di sé deleghe pesanti sia per l’importanza dei temi che per la consistenza dei fondi: formazione professionale, sistema educativo e istruzione, edilizia scolastica, patrimonio culturale (archeologico, architettonico, artistico e storico, librario e archivistico), servizi e attività culturali (teatro, cinema e musica).
La (quasi ex) senatrice Ombretta Colli, sottosegretario a Pari opportunità, Moda e design, mostra altrettanta soddisfazione: «Ho notato un pizzico di invidia tra i colleghi, perché la Regione Lombardia suscita curiosità». Una dichiarazione d’intenti: «Pari opportunità vuol dire poco. Preferisco parlare di Politiche femminili, nuovo sentiero che si apre».
Terza novità della giunta, la “promozione” del magistrato Giuseppe Grechi. L’ex presidente della Corte d’Appello e segretario generale del Csm, attuale presidente del comitato legalità e trasparenza della Regione, diventa consigliere delegato del presidente alla Trasparenza, con l’incarico di coordinare i comitati che si occupano di gare d’appalto, autorizzazioni alle attività estrattive e gestione dei rifiuti.
Formigoni e il suo vicepresidente, il leghista Andrea Gibelli, illustrano un’altra iniziativa «mani pulite»: l’autocertificazione che sarà richiesta a tutti i consiglieri regionali su eventuali indagini in corso. Nessuna conseguenza concreta né richieste di dimissioni. «Serve per dare trasparenza ai cittadini, che avranno elementi in più per decidere chi votare - spiega Gibelli -. Non abbiamo ancora definito il documento, ci confronteremo con gli altri partiti».
Formigoni illustra la nuova regola “tempo pieno” della Regione, che chiede l’«esclusiva» ai membri della giunta ed è un’esaltazione della politica di professione: vietate altre attività, nessun altro incarico, interessi personali o di famiglia. Anche le attività imprenditoriali sono escluse. È l’applicazione lombarda della legge 215 del 2004 sui conflitti di interessi.
Il governatore spiega così la logica del rimpasto di giunta: «L’assessore Massimo Buscemi, il sottosegretario Francesco Magnano e il delegato Fabio Saldini hanno preferito le proprie attività professionali».


Una parola anche su Margherita Peroni, a lungo in pole position per l’ingresso in giunta e rimasta presidente della commissione Sanità: «Abbiamo valutato, lei e io, che il posto di presidente della commissione più importante fosse da preferire a un assessorato o a un sottosegretariato».

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