La Regione lascia le sparate al governo

Morelli (Verdi) svela: «Chiesto al ministro di fare la parte del cattivo»

Due piccioni con una fava. Meglio: due storni con una legge. Quella sulla caccia per la precisione, che da mesi imbarazza la giunta regionale di Claudio Burlando.
I fatti fino a ieri sono noti a chi si appassiona all’invero noiosa materia: la Commissione europea, è il 12 dicembre scorso, deferisce l’Italia alla Corte di Giustizia europea minacciando di applicare una sanzione di 10 milioni di euro al Paese se la Liguria non sospenderà la normativa numero 36 dell’ottobre 2006, quella che autorizza la caccia allo storno e che secondo la Commissione non tiene conto delle condizioni di deroga previste dalla direttiva Ue sugli uccelli selvatici. Se la Regione resta inerte, provvede invece d’ufficio, con atto di forza un po’ a sorpresa in verità, il consiglio dei ministri, che sospende la legge ligure. La Liguria fa la parte dell’offesa, con la vibrante protesta affidata all’assessore competente Giancarlo Cassini, ma poi se ne sta, con Burlando a dire che se la legge viene sospesa lui non ci può fare niente.
Ed ecco svelato il perché. È stata Cristina Morelli la presidente ligure e capogruppo in Regione dei Verdi, ieri, a raccontare il retroscena. Le è scappato detto in commissione, nel corso della discussione sulla legge di sospensione che il consiglio regionale si accinge a varare. Il centrodestra domandava perché mai, se la legge è già stata sospesa dal governo, la Regione si affannasse a risospenderla, fra l’altro il 30 gennaio, quando la norma già scade di suo il 31. Morelli, agli atti: «Per ottenere la sospensione da parte del governo la giunta si è attivata presso il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta. E poiché né il presidente Burlando né l’assessore Cassini mi parlano, prima di Natale mi hanno fatto telefonare da un dirigente, che mi ha pregata di far pressioni sul ministro Pecoraro Scanio affinché non osteggiasse il provvedimento romano». Il motivo? «Semplice - interpretava ieri Matteo Marcenaro dell’Udc -. In questo modo la Regione ha potuto rispettare le direttive imposte da Bruxelles, ma senza perdere la faccia con i cacciatori, ai quali ha potuto dire che la colpa della sospensione immediata era tutta del governo». Stessa lettura di Morelli: «È la solita vigliaccheria di questa giunta, che avrebbe potuto abrogare la legge subito, e invece ha chiesto al governo di fare la parte del cattivo, per non perdere il consenso dei cacciatori».
Ieri dopo le rivelazioni di Morelli è successo di tutto, il centrodestra a gridare allo scandalo, l’assessore Cassini a dire che «a me non risulta».

La commissione è stata sospesa, ed è stato chiesto alla giunta di riferire in quella successiva. Morelli ha domandato a Cassini «se ancora se la senta di ricoprire questo incarico, visto che a quanto pare non è in grado».

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