Ma chi ha detto che i giovani napoletani non trovano lavoro. Lo trovano, lo trovano, e anche buono. Dirigenti regionali a 23 e 24 anni, un mese dopo la laurea senza nessuna esperienza di lavoro, è roba che alza le medie occupazionali del Mezzogiorno in un botto solo. È successo in Regione Campania, ma è finita male, con una condanna della Corte dei conti per i vertici della Regione, responsabili della nomina quantomeno avventata dei due baby-dirigenti. I fatti.
Nel 2005 due giovani neolaureati vengono assunti alla Regione Campania. Fin qui niente di che, a parte la celerità del passaggio scuola-lavoro più vicino alle medie della Scandinavia che non a quelle di Scampia e dintorni. Ma è il ruolo a cui vengono assegnati i due pischelli a meravigliare: dirigenti. Oplà, tutto liscio finché il capogruppo dellopposizione in Regione, Francesco DErcole, fa notare lassurdo in diverse interrogazioni. La faccenda finisce nelle mani dei magistrati della Corte dei conti e si conclude poche settimane fa, con una condanna per danno erariale ai vertici della regione Campania responsabili della nomina dei baby-dirigenti: un assessore e un funzionario, «puniti» con una multa da 10mila euro ciascuno, niente di più. Nella sentenza la Corte rileva la bizzarria di quella disposizione, che sembrerebbe motivata solo da affinità politiche (uno dei due ragazzi al momento della nomina era consigliere comunale del Pd a Portici...). «In punto di danno pubblico scrivono i magistrati -, la Procura assume che esso è derivato dallillegittimo conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti non in possesso dei requisiti di legge. Nel caso di specie risulta palese linsussistenza, sia per G. e sia per F., esaminati i relativi curricula, del requisito della particolare e comprovata qualificazione professionale, ... con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali; requisiti necessari per laccesso dallesterno alle qualifiche dirigenziali».
Dallattività istruttoria è risultato che la spesa sostenuta dalla Regione è stata pari a più di 50mila euro per uno dei due, e a 34mila e mezzo per laltro, sino al primo gennaio 2006 (data in cui questi ha rassegnato dimissioni dall'incarico).
E non è nemmeno chiaro se il primo sia ancora al suo posto oppure no.
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