Regione, nasce il partito delle tasse

(...) nostra manovra di copertura dei disavanzo della sanità avrà anche scongiurato l’aumento di Irpef e Irap, ma noi non la possiamo applicare. La seconda possibilità è come la prima ma un po’ peggio: annullare le due delibere sui tagli agli assessorati senza preventivamente avvertire il governo e facendo così scattare in automatico le sanzioni per la mancata applicazione della manovra, le verifiche Roma le farà a ottobre, a novembre sarebbe inevitabile l’aumento dell’Irap sul secondo acconto e a giugno 2007 quello dell’Irpef. Le prime due strade non solo incrociano le ire di Rifondazione, ma mettono in forte difficoltà il presidente Claudio Burlando, per lui significherebbe un’ammissione di fallimento dopo essersi personalmente speso in pressioni sul ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, sul segretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta e sul premier Romano Prodi. C’è poi la terza via, che fa gola a molti: istituire una tassa sul lusso, che colpisca i proprietari di suv e grandi yacht, per dire. E rivedere i finanziamenti che la Regione dà ai Comuni, penalizzando quelli con surplus di bilancio.
La proposta è del vicepresidente Massimiliano Costa, che secondo il piano stilato da Pittaluga dovrebbe rinunciare a 1,5 milioni di euro su un budget di 33: «Quel taglio andrebbe a incidere sul fondo per l’inserimento alla formazione dei disabili, inaccettabile. Perché di disabili ne abbiamo 3500 e solo a 2500 riusciamo a garantire percorsi formativi. Il nostro obiettivo dev’essere aumentare questa quota, non certo ridurla». Tanto più che, avverte, il consiglio regionale quella legge l’ha appena approvata, il che fa supporre che «sarà coerente», cioè boccerà il taglio imposto dall’assessore al Bilancio quando la delibera arriverà in aula. La soluzione, spiega Costa, si chiama «giustizia distributiva»: «Chi ha uno yacht da 300 milioni potrà contribuire in misura maggiore o no? Lo stesso vale per i proprietari dei suv, che inquinano, occupano spazio e sono prodotti da case automobilistiche straniere». Pittaluga ha spiegato a Costa che tassare due volte lo stesso bene è anticostituzionale, i suv per esempio pagano già il bollo, e che comunque la Regione non può istituire nuove tasse. Costa però non demorde: «Inventeremo altre formule». E insiste sui Comuni ricchi, le cui risorse andranno redistribuite a favore dei più poveri.
Càpita così che, con l’arrabbiatura di chi pensava di aver fatto un favore alla regione scongiurando la stangata fiscale del governo e invece s’è trovato a prender complimenti a Roma ma solo critiche a Genova, Pittaluga abbia scritto a Burlando sottoponendogli un semplice quesito: che devo fare? La parola va inevitabilmente al presidente. Perché lui stesso pensava che la manovra di Pittaluga sarebbe stata applaudita e invece s’è ritrovato a dover fronteggiare i fischi. E perché a lui sta il delicato compito di tenere insieme una giunta prigioniera da una parte dei fuochi incrociati fra assessori, Ds, Margherita e Rifondazione che sarebbero lieti di «far fuori» il collega al Bilancio, dall’altra parte del tentativo di alcuni di guadagnare posizioni di forza proprio mettendo alle strette Burlando. Le prime risposte, forse, arriveranno domani, quando Ds e Margherita si incontreranno per discutere di partito democratico.
Sullo sfondo, anzi in primo piano, la guerra senza esclusione di colpi che, fra giunta e consiglio, si sta consumando all’interno del centrosinistra. La Margherita spaccata: i rutelliani schierati con Costa, i prodiani contro di lui. E i movimenti al centro, con il consigliere della Margherita Giovanni Paladini pronto, così pare, a passare a Gente della Liguria, la lista di Pittaluga.
Paladini nei giorni scorsi ha chiesto all’assessore alla Sanità Claudio Montaldo nomi e cognomi dei 481 assunti in deroga al blocco del turn over avanzando il sospetto che fra i nuovi contrattualizzati ci fossero parenti o amici degli amici.

Ieri in Regione in molti hanno fatto balenare invece il dubbio che la campagna di moralizzazione di Paladini fosse in realtà una ripicca per essersi visto respingere da Montaldo la proposta di una nomina alla direzione del Distretto della Asl4. Di fatto, per dirla con il capogruppo della Margherita Claudio Gustavino: «Paladini è da sempre estraneo alla nostra politica, se andrà via non avremmo rimpianti». Tanto per rendere il clima.

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