In Regione parte la fuga dal Pd tre consiglieri passano all’Udc

È già partita la fuga dal Pd, che rischia di diventare un esodo dopo le primarie di ottobre per la segreteria del partito. Tre consiglieri regionali di area cattolica hanno abbandonato il gruppo per fondarne uno nuovo, che si chiama «Centrosinistra per la Lombardia» e che è soltanto il primo passaggio per entrare nell’Udc. «Non c’è spazio per i valori cattolici» il motivo dell’addio, maturato dopo un lungo periodo di critiche e graduali distacchi.
Si tratta di nomi di peso nel panorama politico cittadino e lombardo. A guidare la pattuglia Battista Bonfanti, ex segretario regionale della Margherita. Con lui Maria Grazia Fabrizio, ex segretaria cittadina della Cisl milanese. Il terzo, meno noto, è il bresciano Dionigi Guindani, che arriva dallo Sdi e da un passato da sindacalista, come rappresentante della Cgil. Spiega Bonfanti: «Al momento siamo tre, ma ci hanno contattato diversi altri colleghi per chiedere informazioni e credo che entro settembre saremo almeno sei». Ovvero un terzo del gruppo del Pd in Regione pronto ad abbandonare.
L’appuntamento di settembre è a Chianciano Terme, dove dal 13 al 16 si svolgerà la Festa nazionale dell’Udc. Bonfanti illustra il progetto: «Tenteremo l’operazione con Savino Pezzotta e Bruno Tabacci, per fondare un nuovo partito di centro insieme con l’Udc». Insomma, dal Pd di Franceschini all’Udc di Pierferdinando Casini, anche se l’ex segretario regionale della Margherita parla di «scioglimento e fusione» e non di trasloco con annessione.
Il disagio dei cattolici lombardi del Pd è evidente. «Il cattolicesimo popolare viene abbandonato per politiche alla Veltroni, senza valori forti» osserva Bonfanti. E spiega: «Non parteciperò alle primarie perché le reputo una sciocchezza, non ho mai voluto prendere nemmeno la tessera Pd. In Lombardia la posizione del Pd è sdraiata sui Ds, sta portando all'emarginazione i cattolici impegnati in politica. L’unione di Margherita e Ds è un’operazione politica tutta sbagliata, che mette insieme persone completamente diverse sul piano dei valori e non conquista consensi. È un’operazione fallimentare, che non ha alcuno spessore politico».
A lanciare un messaggio agli esuli dell’Ulivo ci ha già pensato Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e responsabile cittadino del Pdl. «Laddove i cattolici del Pd uscissero dal partito e confluissero in un’alleanza del centrodestra non ci sarebbero problemi - le parole di Lupi -. Mi auguro solo che con l’elezione del nuovo segretario abbandonino la posizione antiberlusconiana e che ci si possa confrontare seriamente tra maggioranza e opposizione».
L’antiberlusconismo è un altro dei temi in discussione a Milano, dove il 3 settembre si aprirà la Festa dell’Unità.

Le polemiche sulla festa nazionale di Genova, con gli attacchi al presidente del consiglio e il rifiuto di solidarietà dei ministri, rischiano di aver ripercussioni milanesi. Al momento la partecipazione non è nell’agenda di Roberto Formigoni né in quella di Letizia Moratti, anche perché - fanno sapere le segreterie - non sono ancora stati formalizzati inviti.

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