In Regione il record di inquisiti

Tutto ruota intorno all’indagine avocata al pm catanzarese Luigi De Magistris, «Why Not». Nell’iniziale procedimento su massoneria deviata, appalti, politica inquinata, comitati d’affari e coinvolgimenti delle forze dell’ordine, si arriva all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex premier Romano Prodi e dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella. Nel mastodontico procedimento spuntano numerosi esponenti locali e nazionali del Pd. Quando De Magistris finisce a sua volta sotto inchiesta e il procedimento gli viene tolto, il fascicolo si divide in molti sottofiloni. L’archiviazione, ottenuta da Clemente Mastella, viene richiesta a fine dicembre anche per Romano Prodi. Resta indagato il governatore della Regione Calabria Agazio Loiero, e molti rappresentanti del consiglio regionale che vanta il primato di organo elettivo con il maggior numero di componenti inquisiti.
L’aver puntato così in alto è forse costato il posto a De Magistris, giubilato dal Consiglio superiore della magistratura e spedito a Napoli. Ma su quel trasferimento si addensano nubi.

Tanto che ha dato vita a una guerra tra la Procura di Catanzaro e quella di Salerno, quest’ultima convinta che dietro alla defenestrazione di De Magistris vi fosse un piano preordinato a salvare più persone coinvolte nell’indagine catanzarese. L’ultimo capitolo in ordine di tempo riguarda l’interrogatorio in Procura di Loiero, che è stato ascoltato per quattro ore dai magistrati calabresi che hanno ereditato l’indagine da De Magistris.

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