La Regione: sul Terzo Valico traditi da Prodi

La Regione: sul Terzo Valico traditi da Prodi

(...) come e quando», Burlando giudica «molto discutibile che il governo, mentre si occupava di parrucchieri e banche, che sono temi che riguardano il Parlamento, abbia messo le mani senza consultarci su una materia, come le infrastrutture, che invece è concorrente con le Regioni», e annuncia che «in Conferenza Stato-Regioni segnaleremo questo problema di metodo e diremo che non siamo d’accordo sul merito».
Ecco, il merito. La prima cosa utile sarebbe capirci qualcosa, avvertono i due esponenti della Regione, che, lasciati all’oscuro, nei prossimi giorni cercheranno, oltre ai ministri allo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e alle Infrastrutture Antonio Di Pietro, anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta. Il rischio, infatti, non è «solo» quello di ulteriori ritardi, che sarebbe «inaccettabile», ma addirittura di dover tornare al punto di partenza, e cioè a prima del progetto definitivo, che invece è già stato approvato dal Cipe, e a prima della cordata di privati, Banca Intesa, San Paolo, Impregilo e Condotte, che si è detto disponibile a finanziare l’opera. «Se dopo l’annullamento della concessione il governo attivasse le procedure per agevolare il percorso dei privati per noi sarebbe un segnale positivo: a noi non importa chi fa l’opera, ma che venga fatta - dice Merlo -. Ma qui non si riesce a capire. Se la gara ripartirà da zero, allora si suppone che sarà il governo a finanziare l’opera. Poiché però il governo quei quasi 5 miliardi di euro non li ha, è probabile che la gara per la concessione preveda comunque un project financing, ma questa ipotesi richiederà comunque un aggiustamento sul piano normativo». C’è anche la terza via, rilancia l’assessore: «Se i porti avessero totale autonomia finanziaria, allora potrebbero finanziare loro il Terzo Valico. I porti liguri introitano 3.9 miliardi di euro all’anno. Ma questa soluzione è legata all’approvazione del federalismo fiscale». E insomma il rischio è che i tempi slittino ancora, «quando invece noi dovremmo correre, anche perché il 2010 è il termine ultimo per avviare i cantieri se vogliamo ottenere il 20 per cento di finanziamento dell’opera da parte dell’Unione europea».
La tabella di marcia Burlando l’ha già fissata da tempo: «Nel 2007 è fondamentale far partire la strada a mare, lungomare Canepa, e il nodo ferroviario di Genova, che con il completamento del raddoppio della Genova-Ventimiglia inseriscono il Terzo valico in un quadro più significativo: lo rafforzano in prospettiva di un collegamento con il Nord Ovest, e ci consentono di candidare la Liguria per l’alta velocità marsiglia-Genova nel caso saltasse la Torino-Lione. Nel 2008 deve partire il Terzo Valico».
Pretendo che mi dicano la verità, aveva detto Burlando a proposito dei finanziamenti. Lo ha ripetuto ieri a proposito della concessione: «Ho sempre detto che preferisco che mi si dica che non ci sono i soldi piuttosto che sentirmi dire che domani parte un’opera che invece non può partire. Ma questa decisione del governo, se non spiegata, rischia di causare ulteriori ritardi, e allontanare i tempi non va bene». Anche perché «è indiscutibile che sia giusto seguire la via delle gare pubbliche per garantire la trasparenza, ma farlo a percorso già avviato è molto problematico: qui ci sono dei privati che hanno speso soldi e tempo, prima in un progetto definitivo, poi nella ricerca di finanziamenti alternativi a quelli del governo».

E c’è anche la Regione, che «ha espresso un parere, non vincolante ma significativo», e che non è stata consultata su una materia che la riforma del Titolo V le ha attribuito in via concorrente con lo Stato. Per dirla con merlo: «Non possono dirci che revocano le concessioni e poi lasciarci in una situazione appesa a nessuna ipotesi». Non possono ma lo hanno fatto.

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