«Il compendio Nardini sarà messo in vendita. Solo così si spiega la decisione della Regione Lazio di inserire, con un atto di Giunta, lo storico complesso immobiliare tra i beni ritenuti cedibili, annullando una precedente deliberazione». Lo denuncia in un comunicato, il capogruppo della Democrazia cristiana al Consiglio regionale del Lazio, Fabio Desideri. «Nel 2002 - continua Desideri - il centrodestra approvò e sottoscrisse un protocollo con il ministero per i Beni e le Attività culturali, la comunione delle Asl e la sovrintendenza ai Beni ambientali e architettonici di Roma finalizzato alla destinazione del compendio, in particolare del palazzo del XV secolo, a sede della biblioteca di archeologia e storia dellarte.
«Laccordo prevedeva di riservare alla Regione una quota parte delledificio a fini istituzionali. Per il recupero in funzione del nuovo utilizzo furono stanziati, con il parere negativo dei Ds, 5 milioni di euro. Poi è arrivato Marrazzo. Questanno la nuova Amministrazione ha prima istituito linventario dei beni indisponibili, quindi non cedibili comprendendo il compendio Nardini. Poi ha improvvisamente cambiato idea e inserito questultimo tra quelli vendibili, con motivazioni che appaiono fumose e lacunose».
«La Regione vuol vendere il Nardini»
Lo storico complesso immobiliare era tra i beni ritenuti cedibili
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