da Roma
Poco più di un mese fa la commissione di Vigilanza, ovvero il Parlamento, aveva approvato il regolamento per la par condicio. E se è vero che le norme erano state votate soltanto dalla maggioranza di centrodestra è altrettanto vero che anche l«astenuto» Paolo Gentiloni della Margherita, presidente della Vigilanza, le aveva definite «un fatto positivo». Insomma quelle regole che Romano Prodi aveva subito voluto bocciare e che da un mese si affanna a definire antidemocratiche allora non erano sembrate così ingiuste neppure al presidente della Rai, Claudio Petruccioli (Ds), che aveva osservato come «lequilibrio fra i due Poli» fosse «sostanzialmente rispettato».
La par condicio approvata dalla Vigilanza prevede, o meglio prevedeva cinque faccia a faccia. Il primo e lultimo tra i leader dei due schieramenti: Silvio Berlusconi per la Casa delle libertà e Romano Prodi per lUnione. Gli altri tre erano destinati alle altre «punte» delle coalizioni: Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e un leghista versus Piero Fassino, Francesco Rutelli e Fausto Bertinotti.
Ciascuno di questi confronti deve durare unora e 15 minuti ed essere trasmesso in prima serata con la conduzione di un giornalista Rai. Oltre al conduttore è prevista la presenza di altri due giornalisti scelti in due rose di tre nomi proposte dagli stessi leader. Le domande non possono durare più di trenta secondi. Anche sulla scelta del conduttore e degli altri giornalisti le polemiche nellultimo mese si sono sprecate.
Il regolamento prevede pure un ciclo di 12 conferenze stampa con i rappresentanti nazionali di lista a cura dei servizi parlamentari della Rai. Lultima conferenza stampa spetta al presidente del Consiglio. La conferenza stampa finale del capo del governo in carica non è una novità, la tenne pure Giuliano Amato) ma è proprio questo il punto sul quale si è infranta fino ad ora la possibilità del faccia a faccia tra i due leader. Prodi ha detto e poi più volte ribadito che accetterà di confrontarsi con Berlusconi soltanto nel caso in cui venisse annullata la conferenza stampa finale. Prodi insomma non vuole che Berlusconi abbia lultima parola.
Gentiloni ora si inchina alla decisione di Prodi eppure proprio lui soltanto sei giorni fa dichiarava: «Mi auguro che il confronto tra Prodi e Berlusconi si possa fare in Rai: le regole adottate, ispirate al modello americano, si sono rivelate garantiste». Evidentemente non abbastanza garantiste per Prodi.
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