Tre italiani, pregiudicati, noti nellambiente del traffico di opere darte e reperti rubati, sarebbero i sospettati del furto delle reliquie scoperto lo scorso 18 marzo nella cattedrale della diocesi di Porto e Santa Rufina, a La Storta. Personaggi tenuti sotto stretta osservazione dai carabinieri, che stanno lavorando per trovare le prove della loro responsabilità e soprattutto per capire il ruolo avuto da ognuno di loro nel colpo.
I particolari dellindagine sono stati resi noti a margine della cerimonia di consegna dei reperti che si è tenuta nella chiesa della Giustiniana in concomitanza con la messa crismale che precede la Pasqua. Allappello mancano nove reliquiari, tra cui i più importanti sono quello della Santa Croce, il cui frammento però è stato trovato, e la reliquia di SantIgnazio di Loyola. Le indagini sono scattate immediatamente dopo il furto. Alloperazione hanno lavorato una trentina di militari vista limportanza della reperti trafugati. Della vicenda si è interessato personalmente anche il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone. La svolta nelle indagini il 30 marzo, quando è stato arrestato un 72enne romano nel cui furgone sono state rinvenute le tele trafugate dalla chiesa di Capranica. Un arresto, hanno spiegato i militari, che con ogni probabilità ha indotto i responsabili del furto de La Storta ad abbandonare le reliquie prima di poterle reimmettere nel mercato nero. Al recupero della refurtiva i carabinieri sono arrivati attraverso pedinamenti e intercettazioni ambientali. Gran parte dei reperti sono stati rinvenuti in un giardino pubblico a via Carlo Felice e altre, tra cui il frammento della croce e la reliquia di S. Ippolito, patrono della diocesi, in un casolare abbandonato tra Sacrofano e Formello.
«Accogliamo con gioia questo patrimonio prezioso - ha detto don Adriano Furgoni, parroco di La Storta, davanti allassemblea dei fedeli - Abbiamo pregato e sofferto, dobbiamo ringraziare la professionalità e la dedizione dei carabinieri».