Remi, nuoto, basket e tennis. Canottieri, 135 anni di sport

La "Milano" da più di un secolo è simbolo della città. Il suo circolo esempio agonistico ma anche culturale

Remi, nuoto, basket e tennis. Canottieri, 135 anni di sport
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Il primo "bond" sottoscritto dai soci per costruire la piscina olimpionica molti non lo hanno neppure voluto indietro. E la piscina è ancora lì, vanto della città con la sua piattaforma per i tuffi, restaurata, ritoccata più bella di prima. La storia della Canottieri Milano forse è tutta qui, in questa vasca dove agli inizi del 900 scorreva l'acqua del naviglio e che ora è pronta per nuove sfide. Non solo. Passa anche dal campo di bocce alla "milanese" con le cunette dove si gioca in diagonale: "Che esiste e resiste forse solo qui da noi e in altri due circoli della città..." spiega con orgoglio Stefano Rossi, ex campione di pallanuoto ed ora ventisettesimo presidente della Canottieri Milano. E ancora. La storica sala di allenamento per i canottieri, luogo sacro, dove si comincia, si impara a remare, dove ci si allena quando la nebbia dei navigli e il freddo diventano insopportabili. E poi gli spogliatoi, rimessi a nuovo, ma che conservano la storia di un luogo dove una volta se c'erano i soci "senior" a far la doccia i nuovi, i ragazzi, aspettavano il turno seduti sulle panche in segno di rispetto. Negli anni è arrivato il tennis che oggi lascia qualche spazio al padel, l'immancabile calcetto, l'impianto del basket che porta le sue squadre a giocarsela nei vari campionati e che nel 1934 vide proprio qui, sulla sponda del naviglio, arrivare il primo titolo italiano di una squadra femminile quando le quote rosa e l'inclusione non si sapeva neppure cosa fossero. "Noi la storia l'abbiamo fatta e la facciamo così- racconta il presidente Rossi- Oggi qui vengono i ragazzini delle scuole o quelli che ospitiamo nei campi estivi e respirano la cultura e la tradizione della Canottieri che non è una delle tante palestre più o meno glamour della città. Questo è un luogo di sport, di valori e di fatica, dove i ragazzi si allenano ma soprattutto crescono, a contatto con gli atleti ma anche con persone di una certa età che un tempo sono stati atleti ed oggi sono soci e magari vengono solo per cenare o giocare a burraco. Ma hanno tanto da insegnare...". C'era una volta la Canottieri Milano. C'è ancora e soprattutto ci sarà sempre perchè i progetti sono tanti. Sono 135 anni che c'è e testimonia cos'è lo sport, che fa cultura dello sport, che dà la sponda a generazioni di canottieri e non solo a loro. Nei corridoi che portano agli spogliatoi c'è una mostra fotografica di Arnaldo Chierichetti inaugurata per celebrare la ricorrenza che racconta tutto ciò: "L'abbiamo allestita qui apposta- spiega il vice presidente Nicola Pardelli- Da qui passano tutti ed è un modo per far loro capire dove sono, in che posto fanno sport, cos'è la Canottieri e chi è passato di qui prima di loro". Foto in bianco e nero che raccontano remi, bracciate, canestri e corse, sorrisi e vittorie che appartengono a generazioni di milanesi. Che testimoniano medaglie dalla fondazione del 1890, da quando Alessandro Bonnet diede vita a quello che, oggi, rappresenta un polo d'eccellenza per lo sport meneghino. Tanti gli atleti olimpici che hanno partecipato ai Giochi con i colori della Canottieri. I primi Pietro Annoni ed Erminio Dones (Canottaggio doppio, Anversa 1920), ultima in ordine di tempo Elena Bertocchi, tuffatrice che ha partecipato sia a Tokyo 2021 sia a Parigi 2024.

Nel mezzo, tra gli altri, Alessandro De Botton, Matteo Caglieris, Pellegrino Croce e Roberto Lazzari. Spicca, poi, Donata Minorati Donata Minorati, pilastro della Canottieri Milano, parte del primo equipaggio femminile nel canottaggio a Los Angeles 1984. E la storia (ovviamente) continua.

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