Renato: "Ricomincio da zero con la mia casa discografica"

Esce venerdì "Presente", il nuovo album scritto, cantato e prodotto dal rocker: "Faccio tutto da solo, così non scendo più a compromessi"

Renato: "Ricomincio da zero con la mia casa discografica"

E allora vedete che si può ricominciare daccapo. «Ebbene sì, sono tornato alle origini» spiega Renato Zero che stavolta l’ha combinata grossa: lui, cioè un’istituzione del nostro pop che avrebbe potuto campare di rendita vita natural durante, ha azzerato tutto lasciando la sua vecchia casa discografica e tornando, come dice orgogliosamente, «a curarmi tutto da solo con la mia etichetta che si chiama Tattica: prima dovevo fare troppi compromessi». Risultato: il cd che esce dopodomani (domani intervista su Rtl 102,5 poco prima di mezzanotte) si intitola Presente e ha già venduto 170mila copie solo in prenotazione. Ergo: un successone. E d’altronde il disco vale assai perché, detto così semplicemente, è bello, cammina in equilibrio su di un filo emotivo che rimane teso dall’iniziale Professore fino a Dormono tutti, zigzagando tra gli stili e i pensieri e le confessioni, tra divertite apologie del sesso (L’ormonauta) e invettive quasi goliardiche (Spera o spara). Per di più ci sono pure due ospiti (Mario Biondi in Non smetterei più e il sax di Stefano Di Battista) che più diversi non si può eppure così ben amalgamati, una sciccheria. Perciò bravo, Renato Zero: missione compiuta. Ed è una grande lezione per chi pensa che a 58 anni, anzi a «quasi tre volte vent’anni» come dice lui ridendo, si possa solo avere un grande futuro dietro alle spalle.

Però, caro Renato Zero, c’è voluto un bel coraggio.

«Diciamo che il risultato è stato la più bella vacanza della mia vita».

Altro che vacanza: i brani grondano realtà sofferta, riflessioni sarcastiche, speranze quasi utopiche.

«Alla mia veneranda età io sono ancora single: sarà per questo che riesco a scippare tutte queste emozioni dalla vita che mi circonda».

Ne «L’incontro» dice: «Io sono in pista dal Settanta/ Fra Dylan, Lennon e Sting».
«E poi canto: “giovani salvatevi, fatevi conoscere”. È il mio invito a questa nuova generazione che non si lascia amare. Ma la colpa non è dei ragazzi: la colpa è la nostra che abbiamo fatto solo danni».

Il risultato è, come dicono, che siamo diventati un Paese di vecchi.
«Più che di vecchi, di gente immobile. Talmente immobile che preferisce togliersi quindici anni dal chirurgo estetico per fingere di non cambiare mai. Se ce le hai, ‘ste cavolo di rughe, vuol dire che almeno hai vissuto».

Ma scusi, anche lei non era passato dal chirurgo?
«Sono andato dall’ex marito della Santanchè, avevo il doppio mento che volevo togliere. Ma posso dirla tutta?».

Prego.

«Non ho risolto nulla. Ero in un momento di debolezza e ho deciso di fare quell’operazioncina. Ma sconsiglio a chiunque di farlo: per star bene ci vuole altro».

Tanto i giovani impazziscono ancora per Renato Zero.
«E io me ne accorgo anche per strada, camminando, e ci godo».

I nuovi cantanti godono meno. Sono tempi duri.

«Per gli autori di canzoni, senz’altro. Diciamo che la cosiddetta “formula Max Pezzali”, tutta sballata metricamente, mette in crisi la vecchia generazione. Io non passai l’esame Siae perché avevo sbagliato un solo accento».

Magari lei potrebbe scrivere per qualche esordiente.

«Tiziano Ferro l’ha già fatto, bravo. E se fosse per me, scriverei per Malika Ayane, bravissima. E pure per Filippo Perbellini, che ho seguito a Sanremo».

Lei ricomincia da zero. E sarebbe il momento giusto di tornare in tv.
«Devo ancora smaltire la delusione di Tutti gli zeri del mondo che ho presentato nel 2000 su Raiuno. Io non volevo partire in primavera ma ho accettato su pressione del mio amico De Andreis. E poi avevo una forte controprogrammazione. Dico: c’erano da una parte la Ferilli, dall’altra Aldo Giovanni e Giacomo. La Rai voleva ascolti da nove milioni di telespettatori, io ne ho fatti sei. Il presidente di allora, tal Roberto Zaccaria, disse che si era sbagliato. Lui. Pensa un po’».

Zaccaria non c’è più.


«Mi sembra che in Rai rimanga troppa politica e poca competenza. Ma valuterei una proposta».

Che Zero sarebbe in tv?
«Quello del nuovo disco. Stavolta mi sono messo davvero a nudo».

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