Repetto candida Rosy Bindi «for president». Del Consiglio

di Ferruccio Repetti

Sulle prime, sembrava che lui, Alessandro Repetto, si riferisse a «casa sua», la Provincia, che sta per lasciare da presidente per scadenza di mandato. Così, quando ha inviato il suo consiglio - «Rosy Bindi for president» - a Pierluigi Bersani, leader a tempo determinato del Pd tutti, Bersani compreso, hanno pensato che parlasse della poltrona di vertice della Provincia di Genova. Ingenui! Non sapevano che Repetto ha sempre mirato alto, fin da quando - parafrasando Pajetta che «lucidava» Berlinguer - si è iscritto giovanissimo alla dirigenza della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e, successivamente, ha bruciato le tappe della politica cominciando dall’Ulivo (dalla chioma, non dalla radice) e dal Senato. No, Repetto non intendeva spingere Rosy Bindi ad occuparsi di gronda di ponente e tunnel della Fontanabuona. No, lui voleva, anzi vuole la pasionaria dei cattocomunisti, toscana con feudo elettorale in Veneto, dichiaratasi «non nella disponibilità del presidente del Consiglio», insomma: lui la vuole a Palazzo Chigi. E lo dice chiaro e forte a Bersani in una nota inviata «affettuosamente e con grande stima» al segretario del Pd. Le ragioni sono evidenti: la Bindi è «donna di grande levatura morale e culturale, ideale collegamento di più esperienze confluite nel partito e che ha dimostrato capacità di governo quale Ministro della Sanità». Repetto prende spunto dalla manifestazione di domenica scorsa e dalla «grandiosa partecipazione delle donne in tutte le piazze italiane. Occorre trarre utili considerazioni da questa volontà di espressione della cosiddetta “altra metà del cielo“ - aggiunge l’immaginifico, puntando sempre più in alto. Sopra le nuvole - per assumere comportamenti innovativi e sapere leggere il segno dei tempi». Secondo Repetto, quindi, l’ipotesi di fare assumere a una donna l’incarico di presidente del Consiglio potrebbe trovare concreta attuazione con la candidatura di Rosy Bindi». Di qui l’invito a Bersani «a fare un passo indietro e ad essere protagonista, insieme a Vendola, di una decisione coraggiosa, capace di guardare al futuro con occhi nuovi».

La paura, chissà, era che Bersani e gli altri del Pd, di questa SuperBindi non si fossero minimamente accorti, e che quindi ci volesse lui, Repetto, a consigliarli. Perché troppo impegnati, forse, a sloggiare Berlusconi, o meglio: a scannarsi fra loro per autocandidarsi.

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