Può una barzelletta trasformarsi in spy story? Per Repubblica sì. Tanto più se serve a mascherare la bufala dellanno: la foto in esclusiva dellormai celeberrimo «signor Franco» (il fantomatico 007 cui Massimo Ciancimino affida il ruolo di trait dunion tra il padre, il sindaco boss don Vito e pezzi dello Stato) pubblicata con grande evidenza, giovedì, sul sito Repubblica.it e poi rimossa con tante scuse. Dato che quel «signor Franco» non era che un povero signor Gianni (omettiamo il cognome) dirigente della Bmw. Un privato cittadino sbattuto in prima pagina, che ieri ha raccontato a Libero, sconsolato, il suo dramma di uomo qualunque finito senza sapere come in un grottesco tritacarne.
Il «signor Franco» spacciato per qualche ora per tale da Repubblica.it non è dunque il «signor Franco». Ma la telenovela di Repubblica continua. E cosa cè di meglio di un altro paio di misteriosi 007 che avrebbero sequestrato non si sa perché la foto con il «signor Franco» che non è il «signor Franco»? È appunto questa la tesi, illustrata nellarticolo pubblicato ieri da Repubblica: nessuna Procura ha chiesto di prendere quella foto, giovedì, nella sede del settimanale romano «Parioli Pocket» (il giornale su cui Ciancimino avrebbe riconosciuto luomo misterioso); ergo, i militari che lhanno fatto dovevano essere spioni di Stato. Tutto chiaro, no? In verità un punto da chiarire ci sarebbe. Nello stesso articolo Massimo Ciancimino dice di avere una foto del ricercatissimo «signor Franco», solo che non lha consegnata ai giudici.
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