Paolo Grassi, un vulcanico gentiluomo. Sempre in anticipo rispetto ai tempi. Convinto assertore che il teatro e la cultura in generale fossero beni di prima necessità, un alimento di cui lo Stato dovesse farsi carico per il benessere dei cittadini. Un nome, il suo, legato indissolubilmente alla città di Milano, alla Milano degli anni ruggenti. In occasione del novantesimo anniversario della nascita (20 ottobre 1919), la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, in collaborazione con la Fondazione Paolo Grassi, dedicano questa settimana alla figura di Grassi con una mostra e il libro «Paolo Grassi. Il lavoro teatrale - Scritti, documenti, immagini 1936-1980» a cura di Pasquale Guadagnalo. Sempre all'Auditorium Cariplo, oggi (ore 20.30) e domenica (ore 16) i complessi della Verdi diretti da Xian Zhang, omaggiano il grande uomo di cultura con lesecuzione del Requiem di Verdi. Una serata speciale, poi, quella doggi: alle 19.30 interviene - in collegamento video il presidente Napolitano sollecitato dalle domande del direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.
Paolo Grassi era nato il 30 ottobre 1919, nellItalia che viveva il risveglio dopo la Grande Guerra. Alle soglie della seconda, nel 1937, era un giovane di belle speranze la cui passione per il teatro gli procurava lingresso nel mondo della critica, scrivendo per il quotidiano Il Sole. Quindi passava alla regia, fondava compagnie tutte sue. Uno spirito imprenditoriale che nel 1947 lo poneva alla testa del primo teatro stabile ed ente comunale di prosa in Italia, il Piccolo Teatro, unimpresa condivisa con lamico Giorgio Strehler. Grassi rimase a capo del Piccolo per un quarto di secolo, una sorta di laboratorio per dimostrare lefficacia di un teatro inteso come servizio pubblico e di respiro europeo (il Piccolo viaggiò nel mondo approdando in 30 paesi).
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