
Oggi è il D-Day per Palazzo Marino: alle 16,30 in apertura del consiglio comunale è previsto l'intervento del sindaco Beppe Sala e l'annuncio delle dimissioni dell'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per cui i pm hanno chiesto l'arresto. Il sindaco, quindi, annuncerà la sua intenzione a rimanere presentando la sua difesa davanti all'opposizione - che chiederà ufficialmente le dimissioni - rispetto alle indagini che lo hanno coinvolto (è indagato per false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altri per l'attestazione dell'assenza di conflitti di interessi del presidente della Commissione del Paesaggio Giuseppe Marinoni) e concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità sul progetto di riqualificazione del Pirellino). Un discorso programmatico sul suo piano di governo da qui a fine mandato a fronte anche delle richieste avanzate dal Pd, principale partito di maggioranza dopo il vertice di ieri sera.
Nel primo pomeriggio incontrerà l'assessore Tancredi che dovrebbe ribadirgli la sua intenzione a rassegnare le dimissioni, atto che formalizzerà poi in consiglio alla presenza di Sala.
Il sindaco, che ha passato il week end in un angoscioso raccoglimento per decidere se rimanere o lasciare, aveva chiesto come condizione che il Pd lo difendesse blindando così la maggioranza sulle prossime delibere da approvare, prima tra tutte quella sulla vendita dello stadio che avrebbe voluto portare in giunta già oggi, ma che dovrebbe slittare a settembre, per tranquillizzare gli alleati.
Dopo aver incassato l'appoggio della segretaria Elly Schlein a patto di un cambio di rotta sabato, dopo il vertice fiume del Pd con i parlamentari e consiglieri regionali seguito dalla segreteria cittadina, i dem hanno ribadito la difesa del sindaco, a patto di alcune modifiche sostanziali al Modello Milano.
Cinque i punti programmatici che il partito avrebbe chiesto a fronte di quella che viene definita "un'emergenza politica": un modello di sviluppo della città più nelle corde della sinistra qundi con una maggiore redistribuzione degli investimenti sul territorio (i famosi oneri di urbanizzazione), un'attenzione alle "periferie sociali" quindi in senso opposto agli investimenti che hanno portato alla gentrificazione e all'espulsione del ceto medio dalla città, zero case popolari sfitte (quelle gestite da MM), l'attuazione del Piano casa per il ceto medio (10mila nuovi alloggi in locazione a 80 euro al metro quadro annuo), un pgt di cambiamento che risolva ciò che è rimasto in sospeso con il Salva Milano ovvero norme chiare che impediscano in futuro che nuove costruzioni passino come "ristrutturazioni" e la questione del verde.