Roma

Residence Bravetta: dall’aula via libera alla ristrutturazione

Sono servite tre settimane per arrivare all’accordo di programma che prevede la sistemazione della struttura

Residence Bravetta: dall’aula  via libera alla ristrutturazione

Sono servite tre settimane per arrivare in aula Giulio Cesare all’approvazione dell’accordo di programma che prevede la ristrutturazione del Residence Roma in via Bravetta. In questi 21 giorni la maggioranza per ben tre volte non è riuscita a garantire la presenza di un numero di consiglieri sufficienti a far continuare la discussione sulla sistemazione di quella struttura, che versa ormai da tempo in una situazione di degrado. La prima volta è accaduto il 7 marzo, poi lunedì scorso, quando la mancanza di consiglieri ha fatto sì che si ritornasse in aula anche ieri. Ma alla votazione del secondo emendamento erano presenti solo in 19. Ne sarebbe bastato uno in più (in seconda convocazione, infatti, devono esserci solo 20 persone per poter aprire la seduta, ndr), ma non c’era. Si è dovuto, quindi, ricorrere a un nuovo appello, in attesa che i consiglieri arrivassero. Alle 17.30 si è riusciti a votare il documento.
Eppure il sindaco, spesso, nei giorni scorsi aveva sottolineato l’intenzione di mettere il prima possibile la parola fine alla situazione di degrado, che caratterizza, ormai da tempo, tutta la struttura. «Evidentemente, però, per la maggioranza tutta quella fretta non c’era», dichiara Marco Marsilio, capogruppo capitolino di An. Veltroni, durante un incontro coi giornalisti sull’emergenza abitativa, avvenuto un paio di settimane fa, aveva anche dichiarato che «entro due/tre settimane sarebbe stato sgomberato il Residence Roma». Oggi, però, nella parte della struttura in mano ai privati, che dividono con il Comune la proprietà, vivono ancora circa 500 persone. C’è, però, l’accordo di programma approvato ieri. Un primo passo, certo, per risolvere il problema. Ma non è detto che le difficoltà del quartiere Bravetta si risolvano con le «buone intenzioni» espresse nel documento, con cui si dà il via libera alla destinazione del residence ad uso abitativo, prevedendo una bonifica delle aree circostanti e la dotazione di servizi e verde pubblico. Nel dettaglio, in quella zona, si aprirà un nuovo asilo nido per 60 bambini, una scuola materna e un centro anziani, per un costo stimato di 3,5 milioni. In programma anche la costruzione di nuove strade e parcheggi, per circa 5mila metri quadri e la cessione gratuita al Comune di 20mila metri quadri all’interno del parco della Valle dei Casali. Il Comune, inoltre, incasserà 4,3 milioni, per la valorizzazione dell’intero complesso del Residence, grazie al cambio di destinazione d’uso e agli interventi urbanistici di riqualificazione. Di questi, 1,2 milioni serviranno per ristrutturare ed adeguare i locali e ospitare il primo centro diurno della capitale per i pazienti affetti da disturbi di tipo alimentare, come anoressia e bulimia, all’interno della Asl Roma C. Il costo complessivo dell’operazione ammonterà a quasi a 10 milioni.

«Questa delibera - commenta l’assessore alla Casa, Claudio Minelli - avvia la premessa per la trasformazione di un luogo di degrado e sofferenza in abitazioni di qualità in un contesto riqualificato».

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