Anche San Basilio protesta per il «trasloco forzato» degli ex inquilini del residence Roma, la degradata struttura residenziale di Bravetta che il Campidoglio ha finalmente deciso di chiudere, trasferendo però gli sfollati in giro per la città senza consultare né amministratori né residenti, ignorando quella concertazione che pure è uno degli slogan del sindaco Walter Veltroni
Le polemiche sono partite dalla Giustiniana, destinazione del primo gruppo che ha lasciato Bravetta. Quindi dal XVIII Municipio si sono levate voci contrarie allipotesi di un accordo tra il Campidoglio e un costruttore per «attrezzare» un nuovo polo alloggiativo per gli ospiti dellex residence, ma lipotesi è stata poi accantonata dal Comune, come ha confermato lo stesso assessore al Patrimonio abitativo Claudio Minelli, smentendo peraltro che la soluzione definitiva vada nel senso di una grande concentrazione. In attesa di sapere come verrà risolta la vicenda, ora tocca ai cittadini di San Cleto, San Basilio, Casal Monastero e Torraccia lamentarsi per la decisione di trasferire temporaneamente alcune delle famiglie del «Roma» in un edificio di via Casal Tidei.
I residenti del V Municipio hanno fatto sentire la propria voce leggendo una missiva nel corso della seduta del consiglio del parlamentino di ieri mattina. Secondo la lettera, «dal giorno in cui cè stato il trasferimento nello stabile di via Montecarotto», nei quartieri limitrofi si sarebbe alzata la tensione a causa di diversi «episodi di teppismo». A dar retta a quanto i residenti del V hanno messo nero su bianco cè un po di tutto. Dalla «gente che danza di notte per strada nuda e ubriaca» alle partite a calcio nei giardinetti dei bambini tra «adulti in mutande e canottiera», dal «lancio di escrementi umani dalle finestre delledificio» assegnato agli sfollati alle «liti notturne continue con arrivo di volanti delle forze dellordine a sirene spiegate», fino alla metamorfosi di aree di sosta e spazi riservati al mercato in zone di «stazionamento per nomadi» e in parcheggi «per numerose roulotte e camper». Insomma, i cittadini dei quattro quartieri, considerando che «in questo breve lasso di tempo si sono verificati tutti questi episodi incivili», chiedono un «intervento urgente» a loro favore. E non è tutto, perché la lettera solleva un altro interrogativo. «Chiediamo - concludono i cittadini residenti - di verificare la corrispondenza tra i nomi degli assegnatari degli appartamenti e quelli degli effettivi occupanti, perché si ha il fondato sospetto di ritenere che qualcuno di questi abbia già ceduto il possesso dellalloggio ad altri».
Fin qui la protesta, portata in consiglio municipale per chiedere alle istituzioni di darsi una mossa. Ma a puntare il dito contro il presidente del V Municipio, il diessino Ivano Caradonna, e schierandosi al fianco dei residenti arrivano anche Fabrizio Ghera e Annamaria Cosetti, rispettivamente consiglieri in Campidoglio e in V municipio di Alleanza nazionale. Che, partendo proprio dallintervento nel parlamentino dei rappresentanti dei quartiere, e ricordando che «si sono anche verificati degli incidenti in aula», chiedono a Caradonna «di assumersi tutta la responsabilità nei confronti dei residenti, e di farlo prima dello scioglimento del consiglio municipale».
«La situazione - continuano i due esponenti di An - è diventata intollerabile per i residenti. Sono molte le manifestazioni di questi giorni che esprimono chiari segnali di una difficile convivenza con i nuovi arrivati. Cittadini e commercianti si sentono impotenti e continuano a fare esposti alla Questura per segnalare episodi incresciosi. Chiediamo allamministrazione di centrosinistra di rassicurare i cittadini a motivo del fatto che è stata posta una guardia a presidio del palazzo di via Casal Tidei». Ghera e Cosetti, infine, rilanciano anche la denuncia dei residenti sul possibile «passaggio di mano» degli alloggi dai legittimi titolari a non aventi diritto, un fenomeno «che ci preoccupa», spiegano i consiglieri.
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