I proprietari del residence dei disperati di via Cavezzali, dove qualche giorno fa morì un marocchino, sono stati arrestati ieri per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Le manette sono scattate al termine di indagini iniziate nel 2000 dalla Guardia di Finanza. Nel frattempo 20 persone, tra cui otto periti e due direttori di banca, sono state rinviate a giudizio, quattro sono finite in carcere mentre 250 alloggi, acquistati fraudolentemente, erano stati sequestrati.
In cella sono finiti quattro amici di Sondrio ideatori del raggiro nei confronti di una dozzina di istituti di credito che avrebbe fruttato 40 milioni di euro. Si tratta di Sergio Moiraghi, 55 anni, Maurizio Scherini, 46, Oscar Meglioli, 51, e Giorgio De Muru, 44. Agli arresti domiciliari è finito invece Antonio Rovedatti, 62 anni, direttore di banca, mentre sono stati denunciati Giacomo Cittarini, 55 anni, e Davide Bianchini, 35.
Secondo laccusa, rappresentata dai pm Grazia Pradella e Gaetano Ruta, il clan dei «sondriesi» aveva messo in piedi un meccanismo oliato come un orologio. Prendevano sprovveduti nullatenenti, o comunque dipendenti a basso reddito, proponendo laffare del secolo: «Ci fermi queste carte e tra ventanni sarà proprietario di una casa». Gli incauti infatti erano convinti a contrarre un mutuo in banca per acquistare un appartamento. Debito che si sarebbe pagato da solo, semplicemente dando la casa in affitto. Bastava firmare una procura alla gestione. Atto più che sufficiente agli immobiliaristi per venderla o farla sparire attraverso complessi passaggi societari. Non solo, ma gli arrestati sarebbero riusciti spesso ad aumentare il valore dellimmobile e persino accendere mutui per immobili esistenti solo sulla carta. Riuscirono a ottenere 7,6 milioni di euro per 116 appartamenti progettati ma mai costruiti. Ovvio che le rate del mutuo poi non le pagava più nessuno.
Arriviamo così al 27 febbraio, quando un marocchino di 37 anni litiga con un vigilantes messo di guardia allingresso di via Cavezzali 11, viene colpito da un proiettile alla spalla, fa due passi, cade a terra, batte la testa e muore. «Mi aveva strappato la pistola e il colpo è partito mentre cercavo di riprenderla» si è poi giustificata la guardia. Le indagini della mobile accertarono una serie di irregolarità sulla gestione dello stabile.
La più grave però viene scoperta dalla Finanza che accerta come lo stabile, 9 piani più attico, per un totale di oltre 200 alloggi, sia stato acquistato tra aprile e dicembre 2002 sempre con la stessa tecnica.
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