Resiste il virus del Comune Ancora 300 pc fuori uso

Martella, Servizi civici, assicura: «Nessun dato è andato perso. Ancora da controllare i computer di scuole e comandi di zona»

Resiste il virus del Comune Ancora 300 pc fuori uso

Resiste alle più potenti «vaccinazioni» di antivirus il Kamasutra che giovedì scorso ha costretto Palazzo Marino a spegnere tutti i pc e riprendere confidenza con carta e penna. Dopo una settimana (i primi «contagi» risalgono a martedì scorso), ieri la situazione è lentamente tornata alla normalità, ma restano ancora spenti trecento computer - tra Palazzo Marino e le sedi comunali di piazza Duomo, via Bergognone, Dogana, Andreani, Porpora e De Benedetti -, e non tutti oggi torneranno in funzione, anche se la squadra di trenta tecnici che si sta occupando di bonificare il sistema informatico sta lavorando non stop. Dopodiché, l’assessore ai Servizi civici Giancarlo Martella riferisce che «si tratterà di controllare anche le sedi periferiche, come gli ex comandi di zona della polizia municipale e le scuole, che non sono collegati in rete con il Comune ma che potrebbero essere stati comunque contagiati dai due virus che ci hanno colpiti».
Non solo «Kamasutra», il programma killer che può azzerare la memoria di un pc il giorno 3 di ogni mese e può disattivare gli antivirus, ha tenuto in scacco il Comune per più di una settimana, ma anche lo «Spy Bot», che genera invece traffico anomalo. «Tutte le sedi principali - ha assicurato ieri Martella - sono al lavoro, si verificano in qualche caso solo piccole disfunzioni». E le verifiche «confermano che non c’è stata alcuna perdita di dati dalla memoria dei computer».
Dovrebbe quasi aver fine, dunque, il «contagio» informatico che è riuscito a paralizzare il sistema del Comune e ha creato grossissimi disagi anche al comando dei vigili. L’opposizione in consiglio comunale lunedì ha attaccato duramente la giunta, sostenendo che è mancata l’informazione sul rischio e i controlli sono stati inefficienti. Il sindaco Gabriele Albertini si è domandato se la causa scatenante sia stata la casualità o se ci possa essere lo zampino di qualche hacker, «magari dei centri sociali». Dal canto suo l’assessore Martella tende ad escludere la possibilità di un atto doloso, «ma cercheremo di individuare la responsabilità», e il caso viene seguito anche dalla sezione informatica della Polizia postale.


Una settimana fa, quando i pc di Palazzo Marino sono stati spenti, il vicesindaco Riccardo De Corato ha promesso che se saranno individuati dei responsabili, tra gli impiegati o da parte di persone esterne, «dovranno risponderne penalmente».

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