Sostiene di essere abituata «alla resistenza» da ventisei anni. Da quando fondò il comitato inquilini del quartiere Molise-Calvairate. Era il 1979, allora dirigeva la biblioteca del dipartimento di Filosofia alla Statale. Uno scantinato come sede del comitato. Scopo, difendere gli oppressi.
Strumento di battaglia nelle mani di Franca Caffa, sempre indisponibile alla trattativa con lAler e prima ancora con lo Iacp. Anche quando lazienda di viale Romagna riporta i cortili dei caseggiati al loro ruolo di cuore vivo e sociale del quartiere. Come dire: «È sempre e comunque contro» commenta un inquilino. «Contro» ma con unesclusione: gli occupanti per bisogno sociale. Allora, scatta la comprensione della compagna Caffa: «Abusivismo e morosità non sono i veri problemi, come si vuol far credere. Quelli veri sono essere senza casa o vecchi e poveri e ricevere lingiunzione di sfratto o, ancora, avere problemi di degrado sociale, fisico e sanitario».
Opinione di chi nel 1993 approda al consiglio comunale di Milano - con 207 preferenze - nelle liste di Rifondazione comunista.
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