
Il bollettino sullo stato delle piscine estive ieri dava la Sant'Abbondio chiusa in anticipo alle 15.30, per consentire "il ripristino dei corretti valori chimici dell'acqua", e i tecnici al lavoro alla Romano - chiusa a causa di atti vandalici da lunedì scorso -, per raccogliere vetri rotti e frammenti in modo da riaprire il centro balneare sabato. In pratica, ieri l'unica "oasi estiva" disponibile per tutta la giornata in tutta la città era la Cardellino.
Al netto delle piscine coperte con piccolo solarium annesso, che (ovviamente) non sono mai state equiparate alle estive tout court, anche se ora a sindaco e giunta fa comodo metterle nel "calderone" vista la situazione drammatica degli impianti. Salvo altri imprevisti (come gli atti vandalici che non dipendono dal Comune, forse una maggiore sorveglianza sì), i milanesi per i mesi bollenti hanno a disposizione solo tre centri balneari pubblici, Romano, Sant'Abbondio e Cardellino appunto. Eppure la maggioranza ieri ha passato due ore della Commissione Sport e Olimpiadi a scornarsi sull'annuncio che la piscina Argelati resterà pubblica, dato dall'assessore allo Sport Martina Riva e dal collega al Bilancio Emmanuel Conte (che ieri ha evitato la seduta) una decina di giorni fa in piazza Scala, durante un evento pubblico organizzato dalla Lista Sala, a cui fanno riferimento. Apriti cielo. La presidente Pd della Commissione Sport Angelica Vasile si è dimessa e ieri ha torchiato a dovere Riva, richiamandola al "rispetto istituzionale, doveva riferire prima in Commissione o in aula". Ieri ha chiesto più volte di "mostrare le slide", dimostrare se davvero "c'è un progetto anche preliminare, ci sono i fondi, non si scherza con i cittadini". Servono tra i 15 e 20 milioni e 5 anni di lavori, ha anticipato l'assessore. Il capogruppo dei Verdi Tommaso Gorini, che aveva partecipato al flash mob organizzato pochi giorni prima dal comitato "Sai che Puoi?" che ha raccolto 10mila firme per chiedere che Scarioni e Argelati restino pubbliche - un bacino elettorale che evidentemente fa gola a sinistra -, è sospettoso, domanda ai colleghi di maggioranza: "Se avessero organizzato la protesta davanti a un altro impianto avreste annunciato investimenti altrove, o c'è una vera programmazione?". Le slide non ci sono, "è l'inizio di un percorso ma c'è un impegno politico - assicura Riva -. Stiamo pensando di lanciare un concorso di progettazione internazionale". Tocca al consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico riportare la concentrazione sul punto: "É molto grave che i milanesi quest'estate possano andare solo in un centro balneare vero e due impianti con vasche esterne. Lo scontro tra Lista Sale e Pd sull'affaire Argelati per la spartizione del potere è emblematico. E non ci capisce perchè investire 15 milioni su un solo impianto aperto forse tra 5 anni contro interventi su altre 3 o 4 strutture. Forse per accontentare un'associazione vicina alla giunta che ha raccolto 10mila firme?".
Sui "piani b" e le altre piscine chiuse Riva anticipa che per la Scarioni la società Go Fit sta procedendo su un progetto di partenariato "di alto interesse pubblico. Abbiamo chiesto integrazioni ma siamo ad uno stadio avanzato". Sulla proposta della Darsena balneabile "sarei d'accordissimo, ci ho lavorato, ma serve l'ok di Regione che lo considera in primis luogo di trasporto pubblico". Sui bagni al laghetto di Niguarda "abbiamo studiato la possibilità ma l'ente Parco Nord è contro".
Escluse anche le maxi vasche temporanee da montare all'Arco o in un grande parco, "ce le ha offerte un privato ma nessuno sponsor e tantomeno il Comune riusciva a garantire le condizioni di sicurezza e vigilanza richieste".