Resta in carcere il maliano del blitz col fuoco a Malpensa

Convalidato l'arresto del profugo che si sarebbe vendicato dopo che gli era stato negato un volo per l'Arabia Saudita

Resta in carcere il maliano del blitz col fuoco a Malpensa
00:00 00:00

È stato processato ieri mattina per direttissima in tribunale a Busto Arsizio (Va) Aboubacar Traoré il 28enne del Mali che mercoledì mattina ha scatenato il panico e il caos nell'area partenze del Terminal 1 di Malpensa, colpendo con un martello il bancone dei check in e appiccando il fuoco dopo aver sparso a terra e nei cestini dei rifiuti della benzina che aveva portato con sé. L'uomo resterà in carcere: per il giudice monocratico Cristina Ceffa che ha convalidato l'arresto per l'immigrato sussistono infatti sia il pericolo di fuga che quello della reiterazione del reato: già martedì, nemmeno 24 ore prima del suo "blitz a Malpensa - l'uomo si era fatto già notare, sempre in stato di alterazione, per aver distrutto con il martello la vetrina di un negozio in viale Corsica, a Milano dove ha anche minacciato il titolare.

Traoré difeso dall'avvocato Mariangela Fulginiti è accusato di danneggiamento aggravato dall'uso di benzina. In aula ieri il 28enne, che ha un permesso per protezione sussidiaria e abita a Milano nella zona popolare di Porta Vittoria - si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee, confermando che il movente che lo ha spinto a creare confusione nello scalo aeroportuale risale a quanto accaduto il 16 agosto scorso quando, proprio a Malpensa, era stato bloccato al momento dell'imbarco per un volo diretto in Arabia Saudita.

"Un sincero ringraziamento alle forze dell'ordine e alla sicurezza aeroportuale per il tempestivo intervento, che ha evitato conseguenze ancora più gravi", scrivono i sindacati. "Siamo profondamente sconvolti da quanto accaduto". E ancora: "Come più volte ribadito anche in occasioni precedenti, il tema della sicurezza per gli operatori aeroportuali deve essere affrontato con la massima urgenza". Per questo motivo, "chiediamo l'apertura immediata di un tavolo di confronto con le istituzioni competenti, le autorità aeroportuali e le forze dell'ordine, al fine di adottare misure concrete e tempestive per garantire condizioni di lavoro sicure e tutelate. È ora di passare dalle parole ai fatti. La sicurezza non può più attendere". gli era stato ritirato il passaporto perché palesemente falso. Così lui mercoledì mattina ha deciso di vendicarsi: "Se mi avessero lasciato partire non sarebbe successo niente", ha detto in aula.

"Inaccettabile che la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri possa essere messa così a rischio in un luogo tanto strategico e sensibile" si dice intanto in una nota firmata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Ugl-Ta. Le organizzazione esprimono "solidarietà agli operatori aeroportuali" coinvolti nell'atto folle.

"Come più volte ribadito anche in occasioni precedenti, il tema della sicurezza per gli operatori aeroportuali deve essere affrontato con la massima urgenza".

Per questo motivo, "chiediamo l'apertura immediata di un tavolo di confronto con le istituzioni competenti, le autorità aeroportuali e le forze dell'ordine, al fine di adottare misure concrete e tempestive per garantire condizioni di lavoro sicure e tutelate. È ora di passare dalle parole ai fatti. La sicurezza non può più attendere".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica